Il nipote del celebre
Dr. Frankenstein, famoso neurochirurgo, deve confrontarsi quotidianamente con
la sinistra fama del nonno, per colpa della quale viene guardato con sospetto
dalla gente. Tornato nel tetro castello di famiglia, in Transilvania, a causa
di un’eredità, viene contagiato dalla sinistra atmosfera del luogo, in cui
tutto sembra ancora parlare della genesi della “creatura”. Dopo aver trovato il
laboratorio dove avvenne il celebre esperimento di suo nonno, decide di
concedere il bis. Dal “folle” eclettico Mel Brooks, maestro della parodia
“demenziale” americana, arriva questo
grande successo commerciale, osannato da critica e pubblico, che costituisce il
suo capolavoro e una delle vette indiscusse del genere comico parodistico. Nato
da un’idea di Gene Wilder, attore protagonista insieme allo straordinario Martin
Feldman, è, innanzi tutto, un accorato omaggio al “Frankenstein” letterario di Mary
Shelley, al celebre film omonimo di James Whale del 1931 (di cui ricalca
fedelmente lo stile, le atmosfere, le ambientazioni e le scenografie) e, più in
generale, agli horror in bianco e nero della Universal degli anni ’30. E’
quindi corretto parlare di parodia nobile, nostalgica, ossequiosa e rispettosa,
piuttosto che dissacrante, come era solito fare il regista newyorkese. Alcuni,
giustamente, preferiscono parlare di “remake comico” del celebre film di Whale.
Scritto benissimo, da Wilder e Brooks, ed egregiamente recitato, contiene un’irresistibile
carica comica, che si traduce in una lunga serie di battute fulminanti e di
scene esilaranti, che sono entrate nel linguaggio popolare dell’epoca,
nell’immaginario collettivo e nell’antologia del genere comedy. Raffinato nell’estetica e travolgente nel ritmo, fu curato
in ogni dettaglio dal regista, al punto di utilizzare le stesse musiche dei
film d’epoca, gli stessi set di grandi classici del passato e di richiamare,
addirittura, l’ottantenne Ken Strickfanden, scenografo del Frankenstein di Whale. E il risultato, straordinario, di tale
rigore maniacale è sotto gli occhi di tutti, per questa grande commedia classica
senza tempo, che ha saputo ricreare alla perfezione le suggestioni anni ’30 dei
pionieri del cinema horror, fondendole con una verve brillante, un’esuberanza visiva ed un’eleganza stilistica che
han pochi riscontri analoghi in pellicole di questo tipo. I memorabili sguardi
in macchina di Igor/Feldman sono diventati un’icona del genere comico. Da non
perdere.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento