mercoledì 11 agosto 2021

Carnival of Souls (1962) di Herk Harvey

Mary è l'unica superstite di un incidente stradale: la sua auto precipita da un ponte e finisce nel fiume, ma lei riesce a riemergere dalle acque gelide. Smarrita e traumatizzata decide di lasciare la sua città e trova lavoro come organista di una chiesa in un piccolo villaggio dello Utah. Ma la donna è perseguitata da orribili visioni, angoscianti esperienze percettive, momenti in cui sembra essere invisibile agli altri e da un sinistro personaggio che la segue in ogni luogo. Sempre più confusa per quanto le sta accadendo, Mary scopre l'esistenza di un vecchio padiglione abbandonato ai margini della cittadina, da cui si sente, inspiegabilmente, attratta e terrorizzata, senza capirne il motivo. Primo e unico lungometraggio dell'abile documentarista Herk Harvey, che decise di tentare il "grande salto" girando questo splendido horror psicologico d'atmosfera con un budget esiguo, scarsi mezzi produttivi, pochissimi effetti speciali (artigianali), ma molte idee e tanta inventiva, per un risultato di potentissima suggestione evocativa. Purtroppo il film fu un flop assoluto, anche perchè distribuito principalmente per il pubblico dei drive-in, notoriamente poco avvezzo a prodotti "impegnativi" di questo tipo. Snobbato e incompreso dai pochi che lo videro alla sua uscita, finì immediatamente nell'oblio ed ebbe una scarsissima diffusione al di fuori dei confini americani (in Italia non è mai uscito e non è mai stato doppiato, è reperibile solo in una edizione home video con sottotitoli). Ma, fortunatamente, sul finire degli anni '80, questo piccolo gioiello del cinema indipendente fu riscoperto quasi per caso e divenne immediatamente un'opera di culto per cinefili e appassionati delle pellicole weird o degli horror basati sulle atmosfere ipnotiche più che sugli effetti macabri e sui jumpscares. Conoscendo la storia della pellicola, l'esiguo tempo in cui venne girata e i pochi mezzi con cui fu realizzata, il risultato finale ha quasi del miracoloso. Girato in un elegante bianco e nero e ricco di memorabili sequenze oniriche, può essere considerato, stilisticamente, un antesignano seminale (e inconsapevole) di successive opere capitali di Maestri come David Lynch o George A. Romero, soprattutto guardando agli inizi delle loro carriere. Per non parlare poi di quanto cinema di genere successivo si sia ispirato, in un modo o nell'altro, ad una storia di questo tipo. Eccellente interpretazione della protagonista Candace Hilligoss, attrice generalmente sconosciuta quasi quanto il film, che sparì dalla circolazione prima della fine degli anni '60. Esistono diverse versioni circolanti dell'opera (persino una colorizzata realizzata negli anni '90), le principali sono la release cinematografica di 78 minuti e la Director's Cut di 83 minuti (entrambe presenti nell'edizione in DVD della Legend Films, che è la migliore in assoluto). Nel 1998 ne è stato girato anche un remake da Adam Grossman, con pessimi risultati. Non è un film per tutti i gusti ma è, senza dubbio, da vedere almeno una volta nella vita.
 
Voto:
voto: 4/5

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