martedì 17 agosto 2021

Tepepa (1969) di Giulio Petroni

Nel Messico di inizio Novecento Jesus Maria Moran, detto "Tepepa", prosegue per conto suo, insieme alla sua banda, quella rivoluzione i cui principi sono stati (a suo avviso) traditi dal presidente in carica Madero. Tra violenze e scorribande ai danni dei ricchi latifondisti, "Tepepa" trova un ostico avversario nel colonnello dell'esercito Cascorro, che gli dà la caccia senza tregua. Ma sulle sue tracce c'è anche Henry Price, un medico britannico che intende vendicarsi di lui per lo stupro subito dalla sua fidanzata, poi morta suicida per la vergogna. Durante le imprevedibili vicende di guerra sarà proprio "Tepepa" a salvare Price, fatto prigioniero dai soldati, e l'inglese si troverà di fronte ad un conflitto interiore. Vigoroso e audace western rivoluzionario di Giulio Petroni, uno dei più riusciti tra i 30 "spaghetti western" usciti in Italia nell'anno 1969. E' un film di azione violenta teso e vivace, pervaso da cadenze epiche e tratti malinconici, non esente da digressioni didascaliche e retorica populista, diretto con mestiere e ben recitato da un cast che, ai protagonisti Tomas Milian e John Steiner, affianca un divo leggendario come Orson Welles (che ai tempi era solito accettare qualunque ruolo ben pagato per finanziare i suoi progetti da regista d'avanguardia). A volte il regista pecca di troppa enfasi nell'idealizzare la complessa materia rivoluzionaria per scopi politici, ma il film ha lo scatto ed il ritmo giusto e si avvale di alcune sequenze molto riuscite. Il carisma ingombrante di Welles (che quando è in scena mette in ombra tutti gli altri inevitabilmente) finì per catalizzare le attenzioni su di lui, ma Tomas Milian (navigato attore del genere "spaghetti western") tiene il passo con una interpretazione gagliarda. In numerose interviste rilasciate in seguito Petroni ebbe molto da ridire sull'atteggiamento di Welles sul set, accusandolo apertamente di comportamenti arroganti, capricci indisponenti e persino di razzismo nei confronti di Milian (che invece lo idolatrava come un suo mito personale). Le belle musiche di Ennio Morricone sono un valore aggiunto.

Voto:
voto: 3/5

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