Andrey e Ivan sono due fratelli adolescenti che vivono le loro giornate tra le sfide, le baruffe e le piccole trasgressioni tipiche della loro età. Un giorno ricompare improvvisamente quel padre che dodici anni prima li aveva abbandonati senza spiegazioni e senza dare più notizie di sè. I sentimenti dei ragazzi sono contrastanti, un misto di stupore, felicità, risentimento, curiosità e rabbia verso quell'uomo che non conoscono e di cui hanno soltanto un ricordo confuso, simboleggiato da una vecchia fotografia sbiadita che li ritrae insieme. Il padre redivivo li porta a fare una gita in barca sul lago Ladoga e nella natura selvaggia i tre proveranno a conoscersi, superando la reciproca distanza segnata dalla lunga assenza e dal tempo trascorso. Il lungometraggio di esordio del siberiano Andrey Zvyagintsev è un intenso dramma familiare sulla ricerca del padre, un racconto di formazione spirituale sull'apprendimento della vita (dove si utilizza la metafora del viaggio come percorso doloroso verso l'età adulta) e una parabola contemplativa di mistica fascinazione sul senso profondo delle cose. E' un grande film di atmosfera, in cui il regista affianca la superba bellezza dei paesaggi naturali al tumulto interiore dei protagonisti, che hanno tante domande e che cercano risposte, ma troveranno, forse, un accenno di consapevolezza attraverso l'immersione a tutto tondo in un luogo "magico", sospeso, senza tempo, che sa "parlare" solo a chi riesce a respirarne l'incanto, a sintonizzarsi con le sue suggestioni e placare la sua smania di comprensione immediata. E' come se l'autore cercasse di rappresentare la forma poetica primigenia, la mitologia spirituale che ingloba tutte le altre, il senso supremo dell'attesa, verso una conclusione ineluttabile. Straordinaria la fotografia di Michail Kričman e bravissimi gli attori: Konstantin Lavronenko, Ivan Dobronravov e Vladimir Garin, che, per un tragico scherzo del destino, è morto a 16 anni, annegando nel lago di Osinovsk (utilizzato per le riprese), poco prima dell'uscita del film. Il regista gli ha dedicato, nel commovente discorso di ringraziamento, il Leone d'Oro che la pellicola ha vinto al Festival di Venezia tra scroscianti applausi.
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