Carter Nix, psicologo infantile con gravi disturbi psicologici (probabilmente derivanti dalle angherie subite da piccolo da suo padre, scienziato sull'orlo della follia), soffre di dissociazioni e sdoppiamenti di personalità, che lo portano a credere di essere altre persone e comportarsi come tali. Spinto al male da un suo ipotetico "fratello" malvagio che alberga nella sua mente, il nostro rapisce dei bambini e li usa come cavie per crudeli esperimenti. Quando sua moglie Jenny cerca di fermarlo, Carter, che diventa ogni giorno più pericoloso e in balia dei suoi "alter ego", progetta di ucciderla. Tetro thriller psicologico scritto e diretto da Brian De Palma con estro visivo e toni altalenanti, assecondando il disturbo del protagonista, ondeggiando tra l'ironia nera, il macabro morboso, il delirio frenetico e l'incubo oscuro. L'approccio narrativo è caotico e frastornante, a volte confuso, altre volte affascinante, con il consueto gioco di citazioni "colte", tipiche dell'autore, che spaziano da Alfred Hitchcock a Michael Powell, senza dimenticare i suoi vecchi thriller anni '80. Non tutto funziona a dovere e sovente la distanza tra forma e contenuto si allarga a dismisura, travalicando i limiti della sospensione dell'incredulità o del buon gusto, ma la memorabile interpretazione di John Lithgow, la regia elegante di De Palma e le musiche d'atmosfera del "fedelissimo" Pino Donaggio, rendono la visione interessante per gli amanti dei grovigli psico-patologici di matrice dark. Completano il cast Lolita Davidovich, Steven Bauer e Frances Sternhagen. E' indubbiamente un De Palma minore e non all'altezza dei suoi lavori migliori, ma i suoi fans troveranno comunque materiale da brivido con cui sollazzarsi. Il nome del protagonista deriva, volutamente, da quello di due ex presidenti americani.
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