lunedì 16 agosto 2021

Il mio nome è Nessuno (1973) di Tonino Valerii

Jack Beauregard è un formidabile pistolero, un eroe del vecchio West ormai stanco e disincantato, che non riconosce più il suo mondo rispetto al nuovo che avanza inesorabile e che desidera solo cambiare vita e partire per l'Europa. Il giovane "Nessuno", abile a sparare quanto a burlarsi dei nemici con la sua lingua tagliente, è un suo fervente ammiratore e non riesce ad accettare l'idea che il suo mito esca di scena così mestamente. Grazie alla sua parlantina lo convince a prendere parte ad un'ultima impresa eroica: affrontare insieme a lui il "mucchio selvaggio", una banda di 150 fuorilegge che semina il terrore in diversi stati dell'Unione. Divertente commistione tra western e commedia, nato da un'idea di Sergio Leone (che lo ha anche prodotto insieme a Fulvio Morsella) e scritto da Ernesto Gastaldi sotto la supervisione del grande Maestro romano che ha fatto da mentore all'intera operazione. Tutto nacque qualche anno prima, dopo lo straordinario successo al botteghino dei western comici della serie di Trinità con Terence Hill e Bud Spencer. La cosa colpì molto Sergio Leone che, dall'alto della sua lungimirante preveggenza e del suo sguardo critico, osservò, con lucido sarcasmo, che se il pubblico ha voglia di ridere di un genere vuol dire che quel genere è ormai definitivamente morto. Da qui l'idea di questo film e l'accostamento di un attore leggendario come Henry Fonda (simbolo perenne di quel genere ormai giunto al tramonto) con il giovane e simpatico guascone Terence Hill (icona di quelle parodie western che avevano suscitato la curiosità di Leone). Il regista Tonino Valerii, abile artigiano cresciuto all'ombra di Leone sul set dei suoi primi "spaghetti western" girati in Spagna, si muove sulle linee guida tracciate idealmente dal suo Maestro e confeziona un film agile, burlesco e spigliato, carico di ironia e di belle sequenze d'azione, impreziosito da citazioni dei film di Sergio Leone (che girò in prima persona, sebbene non accreditato ufficialmente, alcune delle scene più riuscite), dalla coinvolgente colonna sonora "scanzonata" del fedele Ennio Morricone, da acidi graffi canzonatori (verso il "rivale" storico Sam Peckinpah, il cui nome compare in bella mostra sulla lapide di un cimitero) e dalla buona chimica tra i due attori protagonisti, il giovane Hill e il "vecchio" Fonda, che vestono i rispettivi ruoli con divertita e divertente immedesimazione. Con questo irriverente e godibile film-scherzo, Leone (attraverso il suo sodale Valerii) porta a definitivo compimento la sua operazione iconoclasta del western classico iniziata nel 1964, sottolineando beffardamente che non è più tempo di eroi, le praterie sterminate sono ormai deserte, l'azione è pura finzione (le lunghe sequenze ambientate nella sala degli specchi del Luna Park) e persino il protagonista ha un nome emblematicamente anonimo.
 
Voto:
voto: 3/5

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