La diciottenne Matilde vive con una madre disoccupata, depressa e alcolizzata e una nonna affetta da demenza senile la cui pensione è l'unico reddito certo. La famiglia soffre di gravi problemi economici e rischia di perdere la casa, già pignorata, per mancato pagamento delle rate del mutuo. La ragazza sfugge al dolore della sua grigia esistenza rifugiandosi nel mondo di internet dove opera a due livelli: lavora come "cam-girl", spogliandosi in diretta per un pubblico di guardoni allupati e guadagnando in questo modo i soldi per andare all'università, e partecipa ad un gioco di realtà virtuale in cui ha stretto una tenera amicizia con un ragazzo straniero che si fa chiamare Hiro e che è carico di attenzioni e gentilezze nei suoi confronti. Quando la situazione familiare diventa disperata e la casa viene messa all'asta, Matilde decide di mettere in vendita la sua verginità nel così detto "dark-web" per procurarsi i soldi necessari ad evitare l'irreparabile. Viene così contattata da Ernesto, sessantenne farmacista di Pescara che conduce una doppia vita: di giorno è un irreprensibile professionista modello, ricco e sposato, e di notte sfoga le sue ossessioni libidinose con giovani prostitute, rivelando la sua vera natura di malato del sesso. Interessante e coraggioso dramma romantico di Berardo Carboni (che lo ha anche scritto) che mischia insieme il melò familiare e la cupa satira sociale, utilizzando una cifra stilistica grottesca che infonde al tutto una luce stordente, che coglie nel segno, smussa gli angoli delle numerose forzature inverosimili e ne distorce la dimensione fiabesca teatrale a più strati narrativi. Senza svelare troppo sull'evoluzione della trama non è scorretto affermare che il film è una pseudo versione tragica e metaforica di Cenerentola (con l'aggiunta di un orco), la cui ambientazione spazia tra reale e virtuale. Il regista si è in parte ispirato, per l'idea centrale della storia, a vicende realmente accadute negli Stati Uniti e riesce a mostrarci, con fertile ambivalenza, il bene e il male di quel mondo misterioso, per molti minaccioso, per altri incomprensibile e per altri ancora da temere a prescindere, che è Internet, tenendo bene in mente l'ovvietà che dietro ai computer, ai nickname ed agli avatar si nascondono persone vere e non programmi elettronici. La parte che funziona meglio è quella che si svolge nel mondo virtuale, invece quella che avviene tra le quattro mura dell'appartamento-prigione soffre qua e là di eccessi di enfasi tragica, risultando parossistica (specialmente nel personaggio della madre di Matilde). Bravissimi gli attori, a cominciare da una luminosa Matilda De Angelis (bellissima, bravissima, simbiosi perfetta di malizia, determinazione e disperazione) e senza dimenticare l'esperto Alessandro Haber (che tratteggia ambiguamente il viscido erotomane cinico e arrogante) e la serafica Pamela Villoresi (la moglie di Ernesto/Haber), a cui viene affidata la battuta più fulminante del film.
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