Nel XIII secolo l'Inghilterra è piegata da decenni di lunghe guerre ed è a forte rischio di rivolte interne (a causa del popolo stanco e affamato) o di invasioni di nemici esterni. In questo scenario turbolento il misterioso Robin Longstride, abile arciere e valoroso soldato, combatte con coraggio e lealtà al servizio del Re Riccardo "cuor di leone" contro il nemico francese. Dopo la morte del sovrano sul campo di battaglia in Francia, Robin decide di tornare alla sua Nottingham insieme ai propri uomini, ma, per onorare una promessa fatta ad un nobile morente, si trova coinvolto in una storia di successioni e promesse di matrimonio con la bella Marion, ragazza orgogliosa e difficile. Dopo l'elezione del nuovo Re Giovanni (il "senza terra"), Sir Godfrey, un suo viscido e potente consigliere lo manipola subdolamente, aumenta la feroce oppressione sul popolo e, nel contempo, fa il doppio gioco per favorire l'invasione dei francesi, con i quali è segretamente alleato. Ma Robin scopre l'inganno, riunisce i clan valorosi e guida una disperata lotta di resistenza contro i nemici interni ed esterni. Dopo aver salvato il paese diventerà un eroe popolare per le sue gesta eroiche, ma anche una figura ingombrante per la corona che lo bandirà come fuorilegge, temendone il potere. Spettacolare e "fantasioso" adattamento cinematografico della leggenda di Robin Hood, celebre personaggio del folclore inglese, scritto da Brian Helgeland e diretto da Ridley Scott, ormai specializzato in grandi film in costume di ambientazione antica. Almeno otto sono stati i lungometraggi dedicati a Robin Hood nella storia del cinema e questa nuova trasposizione di Ridley Scott si sofferma principalmente sulle origini del mito, su come Robin Longstride divenne Robin Hood, raccontando quindi una vicenda che ha luogo prima di quella che siamo abituati a vedere. Nell'eseguire questa operazione di "genesi", l'autore si prende molte licenze, modifica fatti e personaggi rispetto al racconto classico e, soprattutto, contamina la leggenda con la Storia, inserendovi eventi pseudo-reali a loro volta romanzati all'uopo. Si inventa anche un trauma infantile nel passato del nostro eroe, che ne segna la crescita, ne influenza il carattere e ne forgia la tempra eroica. Il senso di tutto questo è regalare più spessore al racconto, fornendogli un contesto storico-realistico, un afflato epico, delle motivazioni inconsciamente tragiche e, quindi, un'aura più nobile. Il lodevole intento riesce solo in parte perchè tutto viene realizzato con molta enfasi spettacolare ma poca lucida sottigliezza, si procede per accumulo, tralasciando le sfumature e i dettagli, offrendo una messa in scena maestosa, un grande circo visivo di imponenti battaglie, azione furiosa, clangore di spade, frecce saettanti, corpi mutilati, amori difficili, complotti di potere, aristocratici corrotti e, ovviamente, eroico coraggio e nobili valori. Ma, dietro a tanta magniloquenza grafica, manca l'anima, il tocco poetico, il senso sincero dell'emozione ed emerge una sensazione di generale freddezza, oltre che di già visto altrove (e di recente). Al di là dei problemi di scrittura e dell'approccio "quantitativo", in un film che è comunque lungo (136 minuti nella versione cinematografica e 156 in quella estesa uscita in home video), di certo non aiuta rivedere nuovamente Russell Crowe (ormai attore feticcio del regista) in un film di Ridley Scott e in un ruolo per molti versi "affine" a quello di Massimo Decimo Meridio. L'interprete neozelandese conferma la sua presenza scenica ed il suo naturale magnetismo, ma appare anche un tantino al limite con l'età e con le energie per interpretare un giovane Robin Hood. Nel sontuoso cast gli si affiancano Cate Blanchett, Mark Strong, Max von Sydow, William Hurt, Oscar Isaac, Matthew Macfadyen e Danny Huston. I più efficaci risultano, indubbiamente, Strong e la Blanchett. Questo colossale "fanta-prequel-pseudo-storico" non annoia e garantisce un intrattenimento piacevole per gli amanti del genere, ma a patto di volare basso con le aspettative.
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