Peter Pan è cresciuto, è diventato un uomo adulto, ma non ricorda più chi è, perchè ha dimenticato il suo lato infantile. Adesso è un avvocato americano tutto denaro e carriera, si fa chiamare Peter Banning ed è poco attento alla moglie ed ai suoi piccoli figli perchè sempre preso dagli affari. Ma il losco Capitan Uncino (in originale "Hook") non si è dimenticato del suo acerrimo nemico ed è sempre in cerca della sua vendetta. Per riportarlo nuovamente sull'isola che non c'è, gli rapisce i figli durante un viaggio dei Banning a Londra dall'anziana nonna Wendy, che ha cresciuto Peter quando era piccolo e che darà il via al suo processo di recupero della memoria. Era quasi inevitabile che, prima o poi, avvenisse l'incontro artistico tra Steven Spielberg (il più grande narratore di storie fantastiche del cinema moderno, che ha sempre cullato l'ambizione di diventare il nuovo Walt Disney) e un personaggio come Peter Pan. E, alla fine, il "matrimonio" si è fatto, dopo un travagliato processo di preproduzione durato alcuni anni, durante il quale diverse idee (come quella iniziale di un musical) sono state accantonate per poi approdare al classico film in live-action con un Peter Pan adulto interpretato da Robin Williams. Ed è essenzialmente questo il problema principale di questo fantasmagorico e colorato carrozzone fiabesco di buoni sentimenti ed effetti speciali, una favola moderna dalla morale tanto banalmente edificante quanto ovviamente veritiera (non bisogna mai smettere di sognare e abbandonare del tutto il fanciullino che vive dentro di noi). E' il medesimo vizio di forma (o peccato originale che dir si voglia) che causò il "naufragio" artistico del Pinocchio di Benigni: un adulto che interpreta un bambino non può mai funzionare e apparirà inevitabilmente patetico e ridicolo. E questo nonostante un grande attore (e comico) come Robin Williams, che era il solo a potersi cimentare con un ruolo del genere e che fa comunque un lavoro, per quanto possibile, di notevole immedesimazione nel personaggio. E così come Williams non riesce mai a diventare realmente un bambino nel racconto, così il film non riesce mai a divenire un prodotto per adulti, ma rimane nell'alveo della fiaba per famiglie, ora divertente, ora eccessiva, con qualche guizzo di fantasia superiore e diverse scene di anemica leggerezza o di svogliato appeal. La netta sensazione che emerge alla fine è quella dello spreco, anche alla luce del cast stellare che annovera (oltre al già citato Williams) nomi come Dustin Hoffman, Julia Roberts, Bob Hoskins, Maggie Smith e persino il cantante Phil Collins. Il film ebbe comunque un grande successo di pubblico, facendo registrare grossi incassi al botteghino mondiale, ed ottenne 5 nomination tecniche agli Oscar. Col senno di poi Spielberg ha sempre dichiarato di non amare particolarmente questa sua "creatura", di non essere felice del risultato finale e di aver avuto diverse perplessità in merito anche mentre lo girava.
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