giovedì 12 agosto 2021

La guerra dei mondi (War of the Worlds, 2005) di Steven Spielberg

Dal romanzo omonimo di H.G. Wells del 1897, già portato sul grande schermo nel 1953 da Byron Haskin e divenuto celeberrimo in tutto il mondo dopo l'adattamento radiofonico di Orson Welles del 1938, che causò spontanee scene di panico collettivo tra la popolazione americana (molti pensarono che stesse accadendo realmente una invasione aliena). Ray Ferrier è un operaio portuale del New Jersey, divorziato dalla moglie e pieno di sensi di colpa nei confronti dei suoi due figli, verso cui teme di non essere stato un genitore adeguato. Durante un weekend apparentemente normale l'uomo riceve in custodia i due ragazzi a causa di un impegno della sua ex moglie con il suo nuovo compagno. Proprio in quel giorno una strana nube scura appare nel cielo e una tempesta di fulmini si abbatte sulla città, mettendo fuori uso tutti i sistemi elettronici. E' solo l'inizio di un terribile incubo: una civiltà aliena, costretta ad abbandonare il suo pianeta perchè divenuto invivibile, sta portando un attacco sistematico alla Terra, per invaderla con la forza e annientare la razza umana. Ray dovrà lottare con tutte le sue forze per salvare sè stesso e la sua famiglia in una battaglia disperata contro un nemico che sembra invincibile. Steven Spielberg ritorna a parlare di extra-terrestri, stavolta declinandoli in tono negativo e minaccioso, adattando con sufficiente fedeltà il famoso romanzo catastrofico di H.G. Wells (uno dei primi libri di fantascienza mai scritti). L'idea del film nacque da una chiacchierata con Tom Cruise durante la loro collaborazione in Minority Report (2002), in cui Spielberg espresse il desiderio di lavorare nuovamente con il celebre attore e lui suggerì (quasi per gioco) di realizzare insieme una nuova versione cinematografica de "La guerra dei mondi" di Wells. Il risultato è un film bifronte che alterna una prima parte entusiasmante e spettacolare, visivamente potente, carica di suspense e fascino oscuro, spaventosa e "realistica", pur nell'inevitabile sospensione di incredulità che si deve ad un racconto di fantascienza, ad una parte finale sbrigativa e deludente, in cui svanisce del tutto la suggestiva tensione alimentata dall'alone di mistero, barattandola con un accumulo caotico di effetti speciali grevemente fracassoni, toccando poi l'apice del ridicolo nel semplicistico finale. Come spesso accade in pellicole di questo tipo tutto funziona meglio quando il nemico non si vede mai troppo chiaramente ma resta nell'ombra, solleticando le corde di paure ancestrali e minacce recondite ed il senso di immaginazione dello spettatore, che è sempre la forza fantastica più genuina. La tentazione (tipica del cinema mainstream hollywoodiano) di portare alla luce ciò che si nascondeva nel buio, finisce spesso per ottenere l'effetto opposto a quello desiderato (delusione invece che stupore o scherno piuttosto che terrore). Da menzionare due sequenze memorabili: la massa di cadaveri galleggianti nel fiume e la fuga disperata dei superstiti verso il ferry-boat (che evoca immagini metaforicamente attuali in un paese come l'America scosso da conflitti interni di natura etnica e che vive da tempo il problema delle emigrazioni clandestine come un doloroso tormento). L'apparizione spettrale di Tim Robbins nella parte finale è la parafrasi surreale perfetta delle paranoie di un paese che ha sempre pagato a caro prezzo psicologico lo scotto di una politica estera arrogante e aggressiva. Oltre al divo Tom Cruise e al già citato Robbins, completano il cast Dakota Fanning (all'epoca bambina prodigio di Hollywood), Miranda Otto e Justin Chatwin. Nelle scene conclusive appaiono in un cameo Anne Robinson e Gene Barry, gli interpreti principali della pellicola di Haskin del 1953. Il film ha avuto tre nomination tecniche agli Oscar ed un grande successo al botteghino mondiale (per la gioia di Tom Cruise che, da contratto, aveva ottenuto preventivamente il diritto al 20% degli incassi globali).

Voto:
voto: 3/5

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