mercoledì 18 agosto 2021

Una donna promettente (Promising Young Woman, 2020) di Emerald Fennell

Cassandra Thomas, detta Cassie, ha 30 anni ed ha abbandonato da tempo le speranze e le ambizioni che fino a qualche anno prima, quando era una brillante studentessa di medicina, la rendevano una "donna promettente". Un traumatico evento tragico del suo passato ha cambiato il corso del suo destino, rendendola una persona sociopatica e strana, che ha mollato gli sudi, vive ancora con i genitori, si accontenta di fare la cameriera in un piccolo bar e sfugge da ogni relazione sentimentale. Ma di notte Cassie si mette in tiro, frequenta i locali alla moda e si finge ubriaca per farsi abbordare da sconosciuti, allo scopo di umiliarli sul più bello e dimostrare che, dietro ogni maschio, si nasconde un predatore sessuale famelico pronto ad approfittare del suo momento di apparente debolezza. L'incontro con Ryan, un ex compagno di college diventato pediatra, fa scattare qualcosa in lei, e, da un lato, inizia a frequentarlo provando una sincera simpatia, ma, dall'altro, il suo trauma emerge in maniera ancora più profonda e pericolosa. Controverso esordio alla regia di Emerald Fennell, già attrice e sceneggiatrice, che aveva scritto il film nel 2017 salvo poi vederlo uscire in sala a fine 2020 (negli USA) per problemi di produzione e rinvii legati alla pandemia di covid-19. Per i temi affrontati e per le sue svolte narrative (che impediscono di fare qualunque tipo di spoiler sul resto della trama), questo bizzarro incrocio tra una commedia nera, un dramma sociale ed un thriller ha suscitato diverse polemiche. I due motivi conduttori della vicenda sono lo stupro e la vendetta, elementi che sono stati già portati molte volte sul grande schermo in passato. Il primo argomento viene trattato in maniera didascalica ma esaustiva, concentrandosi più sui comportamenti sessisti, sugli atteggiamenti predatori e sulla mentalità maschilista dominante che sull'atto violento vero e proprio. Fedelmente al movimento del #me_too la regista fornisce un enumerato completo di tutti i tipi di "sessismo" presenti nella società moderna, mostrando chiaramente come il maschilismo sia anche radicato nel modo di pensare di molte donne. E' sicuramente questa la parte più riuscita, interessante e utile di questo film di denuncia. Il tema della vendetta si allontana totalmente dalla classica logica violenta dei "rape & revenge", proponendo un approccio originale e straniante come il personaggio di Cassie, ma totalmente implausibile negli sviluppi del racconto, fino a naufragare in un doppio finale totalmente forzato che dà il colpo di grazie definitivo alla sospensione dell'incredulità. Se ci si fosse fermati al primo finale sarebbe stato sicuramente un film migliore e la forza della denuncia ne sarebbe uscita notevolmente amplificata, almeno per gli spettatori non distratti e non faziosi. La pellicola è stata premiata, molto generosamente, agli Oscar per la migliore sceneggiatura originale (Emerald Fennell), ma il suo reale punto di forza risiede nella notevole interpretazione di Carey Mulligan, attrice raffinata, sensibile e di grande talento espressivo.
 
Voto:
voto: 2,5/5

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