martedì 10 agosto 2021

Star Wars - L'ascesa di Skywalker (Star Wars: Episode IX - The Rise of Skywalker, 2019) di J.J. Abrams

Il Primo Ordine è all'apice della sua forza sotto la guida di Kylo Ren, divenuto ormai un leader maturo e potente, anche se qualcosa sembra tormentarlo di nascosto nel suo animo inquieto. Un segnale misterioso proveniente da un angolo remoto della galassia sembra presagire il "risveglio" del cattivo per eccellenza, l'imperatore Palpatine, il Signore dei Sith da tempo ritenuto morto. Attraverso percorsi, avventure e situazioni diverse Kylo e Rey, ultima speranza per la vittoria dei ribelli della resistenza, partono verso l'origine della trasmissione, per il confronto finale che deciderà gli equilibri della Forza nell'eterna lotta tra bene e male. Ma, una volta giunti nell'antro oscuro da cui proviene il sinistro messaggio, ci saranno sorprese, conflitti e decisioni difficili da prendere. Per entrambi. Nono ed ultimo (?) capitolo della celebre saga di Star Wars, partita col botto nel lontano 1977 sotto la guida amorevole del suo creatore George Lucas, fino ad arrivare alla moderna trilogia sequel (di cui questo film costituisce l'epilogo) targata Walt Disney. E', quindi, tempo di bilanci e di conclusioni di sorta. Se la trilogia prequel, firmata dallo stesso Lucas in affannosa crisi d'ispirazione, è senza dubbio la peggiore (una baracconata ampollosa di effetti speciali fasulli con personaggi e situazioni che oscillano dal monodimensionale al patetico fino al ridicolo involontario), quest'ultimo trittico di episodi (che vanno dal sette al nove) non fa peggio, ma si mantiene su un livello innocuo, pavido, con poco coraggio creativo, nessuna voglia di innovare o sperimentare, con il chiaro intento di accontentare (anzi "non scontentare") la maggior fetta di pubblico possibile (partendo dai vecchi fans nostalgici fino alle nuove generazioni dei "millennials") per massimizzare i profitti al botteghino. C'è sicuramente un fondamento di verità nell'affermazione, da parecchi sottoscritta, che, nelle mani della Disney, la saga della "galassia lontana lontana" somiglia molto ad un film "per bambini". Al di là di queste legittime considerazioni bisogna dire che questo episodio IX (nonostante soffra di tutti i difetti prima elencati come i suoi due predecessori) è il miglior film (o il "meno peggiore", fate voi) di Star Wars dopo il capostipite del '77 ed il suo seguito del 1980 (L'Impero colpisce ancora), per quanto non brilli nè per originalità nè per capacità di andare oltre un forte effetto nostalgia. Ma, stavolta, il fattore nostalgia funziona egregiamente e risulta determinante, specialmente nella mezz'ora finale, e nonostante la totale assenza dei vecchi personaggi (o, magari, proprio grazie a questo). La piccola "magia" riesce grazie all'alchimia che si crea tra i due poli (opposti, ma non troppo) dei personaggi di Rey e di Kylo Ren, anche grazie alla bravura degli attori (Daisy Ridley e Adam Driver) che riescono a stabilire un patos tragico di forte spessore drammaturgico, strizzando l'occhio a quella mitologia misticheggiante che Lucas ha sempre voluto trasferire (con alterni risultati) come sottotesto dell'opera. La chiosa della pellicola sembra essere quella ideale e renderà sicuramente felici i vecchi fans inossidabili di lungo corso. Questo è stato anche l'ultimo film della compianta Carrie Fisher, scomparsa nel 2016, ben prima che le riprese avessero inizio. La produzione ha dibattuto a lungo sull'eventuale "cancellazione" del personaggio di Leia Organa da quest'ultimo capitolo, giustificandola con una morte avvenuta "fuori fuoco". Alla fine si è deciso, con il benestare della figlia, di farla apparire in poche incisive sequenze, sfruttando delle scene tagliate dal montaggio finale dell'episodio VII (Il risveglio della Forza) ed evitando artificiose "controfigure" realizzate al computer. L'unica scelta coraggiosa di questa nuova trilogia.
 
Voto:
voto: 3/5

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