domenica 22 agosto 2021

Il falò delle vanità (The Bonfire of the Vanities, 1990) di Brian De Palma

Sherman McCoy è un agente di borsa di Wall Street di grande successo. Uomo avido, competitivo, libertino e con pochi scrupoli, vive una vita "dorata" tra vestiti costosi, automobili sportive, appartamenti di lusso e belle donne. Ma tutto cambia quando si trova coinvolto in un fatto di cronaca: accusato di aver investito un uomo di colore, finito in coma, ed essere fuggito senza soccorrerlo, McCoy viene travolto da uno scandalo giudiziario che assume anche i contorni di un scontro sociale di natura razziale. Un giornalista alcolizzato e un predicatore fanatico amplificano ad arte l'evento, rovinando reputazione e carriera del broker che, in un lampo, passa da "vincente" a "mostro" nella mutevole opinione popolare. Acida commedia nera di Brian De Palma, che ha adattato il celebre romanzo omonimo di Tom Wolfe all'insegna di un eccesso grottesco e di una corrosiva critica allo yuppismo americano in odore di moralismo populistico. Nonostante i pregi di una confezione estetica elegante, di una messa in scena energica e agile, di un ritmo coinvolgente, di un cast di grande spessore (in cui brilla Tom Hanks nel suo primo ruolo drammatico) e di alcune sequenze tecnicamente straordinarie (il piano sequenza iniziale vale da solo la visione della pellicola), il film difetta in senso della misura e in lucidità della sua caustica requisitoria. L'evidente intento (ereditato dal libro ispiratore) di mettere alla berlina l'intrinseca corruzione del modello di vita capitalistico (reso arrogante e rapace dall'inseguimento ossessivo e pugnace dell'American Dream) risulta poco tagliente perchè troppo enfatico, troppo carico di rancorosi stereotipi, troppo grezzo nella caratterizzazione dei personaggi (alcuni dei quali scadono nella caricatura macchiettistica) e poco attento alle necessarie sfumature. Molta sciabola e poco fioretto in questa radiografia socio-antropologica al vetriolo che mira a dimostrare la sua tesi attraverso un accumulo greve di luoghi comuni, utilizzando una superficiale demagogia troppo di maniera. Per certi versi sembra più un film del peggior Oliver Stone che di  Brian De Palma. Un'occasione sprecata, anche alla luce del ricco cast che, al già citato Hanks, affianca nomi come Bruce Willis, Melanie Griffith, Kim Cattrall, Morgan Freeman, John Hancock e Kirsten Dunst. Il film fu un flop assoluto di pubblico e critica, ed è, effettivamente, uno dei maggiori inciampi della carriera di De Palma.

Voto:
voto: 2,5/5

Nessun commento:

Posta un commento