mercoledì 18 agosto 2021

Paura e delirio a Las Vegas (Fear and Loathing in Las Vegas, 1998) di Terry Gilliam

Nel 1971 il giornalista sportivo Raoul Duke e il suo amico avvocato Dr. Gonzo partono da Los Angeles a bordo di una decappottabile rossa per un viaggio di lavoro, con destinazione Las Vegas. I due portano con sè una super scorta di droghe di ogni tipo, che assumono a ripetizione sia durante il tragitto sia una volta giunti a destinazione. Esaltati e sballati, i due stravaganti amici sono accompagnati da visioni, allucinazioni e incontri con personaggi stravaganti, incapaci di distinguere la realtà dalle immagini fantasiose indotte dalla droga. Durante i rari momenti di parziale lucidità, Duke cerca di scrivere riflessioni personali su sè stesso e sulla situazione storico politica del suo tempo. Delirante commedia grottesca di Terry Gilliam, che ha cercato di tradurre in immagini il nebuloso e controverso romanzo "Paura e disgusto a Las Vegas" di Hunter S. Thompson, uno dei cavalli di battaglia della controcultura e della beat generation. Il risultato è un film lisergico, surreale e visivamente allucinato, che alterna notevoli invenzioni visionarie (tipiche dell'estetica dell'autore) a inciampi discutibili, cadute di stile, ampollosi giri a vuoto. Da un libro "maledetto" e fortemente avverso ai critici moralisti, non poteva che uscirne un film divisivo, ideologicamente spinoso e a forte rischio di fraintendimento. Più che un elogio delle droghe e un incitamento al loro utilizzo (l'accusa principale rivolta al libro e al film dai benpensanti), quest'opera acida e trasgressiva vuol essere il grido di dolore di una generazione delusa e disillusa dopo una stagione di grandi utopie, ma anche la denuncia disperata di un profondo disagio collettivo, frutto ed espressione di cambiamenti culturali (ma anche politici e sociali) avvenuti troppo in fretta e che coinvolgono ogni settore della società americana, a cominciare dalle istituzioni. Il personaggio di Raoul Duke, alter ego letterario dello scrittore Hunter S. Thompson, viene interpretato con mimetica efficacia dal tenebroso Johnny Depp, che era grande amico e ammiratore di Thompson (da lui definito un "eroe americano") e che ha vissuto alcuni mesi insieme a lui per carpirne gli atteggiamenti prima di cominciare a girare il film. In questo film Depp (ri)conferma il suo talento e la sua attitudine nell'interpretare ruoli eccentrici e sopra le righe. Nel ricco cast compaiono anche Benicio del Toro (nei panni di Gonzo), Tobey Maguire, Ellen Barkin, Christina Ricci, Gary Busey e Cameron Diaz. Presentato in anteprima al Festival di Cannes, il film fu un assoluto flop al botteghino e venne bollato dalla critica con eccessivo livore astioso, anche a causa di pregiudizi ideologici nei riguardi di Thompson e del tema affrontato. Generalmente relegata tra le opere minori di Gilliam, la pellicola ha i suoi pregi inventivi, pur disseminati tra i molti difetti, e nel tempo si è costruita la sua piccola schiera di fans irriducibili tra gli amanti del cinema anarchico, politicamente scorretto e fuori di testa.
 
Voto:
voto: 3/5

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