Paul Conroy, camionista americano di servizio in Iraq, si risveglia rinchiuso in una bara di legno, legato e imbavagliato. Dopo il panico iniziale si accorge di avere con sè alcuni oggetti: un coltellino, un accendino ed un telefono cellulare. L'uomo non ricorda cosa gli sia capitato, ma riceve una telefonata minacciosa in cui qualcuno gli dice che è stato rapito e sepolto vivo nel deserto, e che deve contattare la sua ambasciata, chiedendo un riscatto di 5 milioni di dollari per essere liberato. Prima che l'aria nella cassa finisca. Vibrante thriller ad altissima tensione ansiogena dello spagnolo Rodrigo Cortés, tutto ambientato all'interno di una bara in semi oscurità e con un unico attore (un ottimo Ryan Reynolds) sempre in scena. Fin dai tempi di Edgar Allan Poe, quello di essere sepolti vivi è uno degli incubi più spaventosi del genere horror, con il quale vari autori si sono cimentati a livelli diversi e con trovate narrative variegate. Rodrigo Cortés sceglie l'approccio estremo e ardimentoso di un intero film di 94 minuti nello spazio ristretto e claustrofobico della bara, ma riesce a vincere clamorosamente la scommessa grazie ad un montaggio espressionista (da lui stesso curato), alla bravura del protagonista, alla violenza concettuale delle situazioni, a delle intelligenti svolte narrative e a delle efficaci trovate tecniche (attraverso un sistema che prevedeva l'utilizzo di sette bare diverse per dimensione, riprese di volta in volta con metodi e prospettive differenti). L'evidente patos angosciante della condizione viene mantenuto fino alla fine grazie ai colpi di scena, ai dialoghi disperati, ai silenzi snervanti, agli eventi imprevisti e, ovviamente, al count down che scorre inesorabile tra l'aria che scarseggia e la batteria del cellulare che si scarica. Non mancano graffi caustici nei confronti della politica e della società americana, attraverso una serie di accadimenti drammatici spinti fino ai limiti del tragicomico. Pur nella ristrettezza di spazi l'autore dimostra una vivace abilità, un notevole estro inventivo ed una solida padronanza della tecnica del racconto per immagini. E' un film originale e appassionante, che vi terrà incollati alla poltrona fino all'ultima scena. Assolutamente sconsigliato (o viceversa, consigliato come mezzo terapeutico) a coloro che soffrono di claustrofobia. Provare per credere.
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