sabato 2 ottobre 2021

E venne il giorno (The Happening, 2008) di M. Night Shyamalan

Nelle grandi città del nord degli Stati Uniti avviene, senza alcuna spiegazione o preavviso, un terribile fenomeno: molte persone si bloccano come inebetite e si tolgono la vita nei modi più disparati ed efferati, come dominati da un istinto irrefrenabile di autodistruzione. La cosa dilaga senza controllo e il panico si impossessa della popolazione. Un insegnante di scienze di un liceo di Filadelfia ha notato la scomparsa delle api ed elabora una personale teoria secondo cui la misteriosa forza che spinge gli uomini al suicidio abbia a che fare con le piante. Insieme alla giovane moglie e ad alcuni amici cercano un riparo fuori dal centro abitato, ma anche lì la situazione appare disperata. Horror di fantascienza catastrofica, scritto e diretto da M. Night Shyamalan, sul tema della fragilità dell'essere umano di fronte alle forze ancestrali della Natura e sulle paure recondite al cospetto di un nemico invisibile, che ci rende tutti uguali nella nostra evidente vulnerabilità. E' un film inquietante ed enigmatico, a tratti metafisico nel suo intrinseco monito ecologista, che gioca abilmente sul grande fascino misterioso di ciò che non è visibile e che sfugge alla logica della comprensione. E' un film di silenzi e di sussurri, lento e avvolgente, elegante ma talvolta troppo inerte, i cui autentici protagonisti sono la Natura, il vento, gli alberi, le fronde, il respiro del creato che diventa esalazione di morte e ci punisce per le nostre azioni, con ineffabile casualità. La prima parte è di grande potenza suggestiva, con evidenti connessioni alla fantascienza classica degli anni '50 e con una carica ambigua che diventa puro terrore e suspense raffinata. Poi, a mano a mano che il fenomeno viene spiegato, l'opera perde forza, assume una connotazione più convenzionale, a tratti forzata nelle svolte narrative, ma senza disperdere l'approccio minimalista che pervade l'intera pellicola. Poco amato dal pubblico e dalla critica, è un film troppo incompreso e con una valida idea di base, sviluppato in maniera coerente all'estetica e agli stilemi del regista indiano: un'apocalisse silenziosa che ha sicuramente una propria dignità originale ed una potenza simbolica che ha molta più inventiva dei chiassosi blockbuster catastrofici hollywoodiani a base di distruzioni di massa ed effetti speciali fasulli. Azzeccato e funzionale il cast, che annovera Mark Wahlberg, Zooey Deschanel, Ashlyn Sanchez e John Leguizamo. Per i fans incalliti dell'autore è uno dei suoi film migliori e più emblematici. Per i suoi detrattori è un pistolotto noioso e insopportabile. La verità sta nel mezzo.

Voto:
voto: 3/5

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