martedì 5 ottobre 2021

Alpha Dog (2006) di Nick Cassavetes

Johnny Truelove, giovane spacciatore di Los Angeles, e la sua gang di sbandati decidono di rapire Zack Mazursky, il fratello di un piccolo pusher rivale che gli deve dei soldi. Tutto inizia quasi per gioco, Zack si rivela fin da subito un bravo ragazzo, molto diverso dal fratello, e i suoi carcerieri lo trattano bene, lo fanno quasi sentire uno di loro, lo scarrozzano in giro, ma gli impediscono di tornare a casa e dare sue notizie. In particolare Frankie Ballenbacher, fedele tirapiedi di Johnny, stringe un rapporto di sincera amicizia con Zack. Ma ben presto le cose precipitano, la polizia indaga in maniera serrata, le voci corrono e la situazione sfuggirà di mano ai rapitori. Sconvolgente noir alla luce del sole scritto e diretto da Nick Cassavetes (figlio del grande regista John Cassavetes), che realizza il suo film migliore con questa inquietante e impietosa denuncia, sospesa tra documentario e fiction, di un preciso microcosmo di degrado morale, la così detta "fuck generation" losangelina, fatta di giovani depravati della middle class suburbana, bianchi, sfaccendati, dediti a droghe, festini, sesso, lusso e violenza, atavicamente annoiati, incapaci di gestire la troppa libertà di cui dispongono. Il film è ispirato alla tragica storia vera di Jesse James Hollywood, che scioccò l'opinione pubblica americana, provocando discussioni politiche e dibattiti televisivi sullo stato delle giovani generazioni benestanti dell'area urbana di Los Angeles. Cassavetes ci immerge con truce realismo e senza alcun filtro nel mondo dei "dogs" protagonisti, nel loro vuoto interiore e nella loro radicata sottocultura del vizio e del danno, non li giudica mai ma ce ne presenta gli aspetti essenziali con distaccato approccio antropologico, analizzando cinicamente la psicologia contorta della peggio gioventù americana. Il titolo emblematico (nello slang di queste bande giovanili l'Alpha Dog è il leader del gruppo) ragiona per carenza: il branco di Johnny Truelove non ha un vero e proprio capo di riferimento, ma vive all'insegna di una delirante autogestione collettiva ed è per questo che i "cani sciolti" risultano ancora più pericolosi. L'autore non risparmia graffi caustici verso il mondo degli adulti: assenti, incapaci, infantili, maldestri, corrotti, viziosi, per molti versi ancora più disturbanti dei loro figli dannati. Con ritmo secco, tensione costante e violenza ideologica a tamburo battente, il film procede inesorabile verso l'inevitabile conclusione, con qualche indulgenza manieristica ma con una denuncia tesa e vigorosa, che non ammette repliche. Nel ricco cast corale, in cui ciascuno si ritaglia i suoi bravi "15 minuti" di gloria, quasi tutti sono eccellenti, credibili, perfetti nei rispettivi ruoli. Vanno obbligatoriamente citati: Emile Hirsch, Anton Yelchin, Justin Timberlake, Fernando Vargas, Harry Dean Stanton, Sharon Stone, Ben Foster, Bruce Willis, Amanda Seyfried e Olivia Wilde. In particolare la Stone, che resta in scena solo per pochi minuti, fornisce un'interpretazione da brividi. Cassavetes, che nel 2001 aveva scritto la sceneggiatura di Blow di Ted Demme, si riallaccia idealmente a quel mondo e prosegue concettualmente quel racconto, con protagonisti ed epoche diverse, ma ubbidienti alla medesima crisi di valori, carenza di ideali, propensione al male e tendenze autodistruttive.

Voto:
voto: 3,5/5

Nessun commento:

Posta un commento