Jake è un attore di
B-movies fallito, con molti problemi professionali e sentimentali. Grazie
all’amicizia con il collega Sam finisce provvisoriamente domiciliato in un
lussuoso attico, posto in cima ad una torre, con vista panoramica mozzafiato da
cui inizia a spiare l’appartamento di una sensuale sconosciuta che, ogni sera
alla stessa ora, si concede in uno striptease alla
finestra. Ma, un giorno, Jake assiste all’efferato omicidio della donna,
commesso da un inquietante indiano pellerossa con un trapano elettrico ed il
suo tentativo di salvarla risulterà vano. Tempo dopo, guardando il trailer di
un film per adulti, assiste ad un sexy striptease interpretato dall’attrice “a luci rosse” Holly
Body, che ha le stesse movenze della donna misteriosa assassinata. Attratto
dalla cosa l’audace Jake cerca di entrare nel mondo dei film hard per conoscere
la conturbante Holly e indagare sul mistero. Geniale thriller pruriginoso,
diretto con assoluta maestria dal talentuoso De Palma, che, tra Rear
Window e Vertigo,
cita a ripetizione il suo “maestro” Hitchcock confezionando un omaggio
appassionato e appassionante denso di suggestioni torbide, invenzioni visive,
rimandi cinefili, echi brechtiani, trovate ardite che sfociano nel meta cinema,
con un magistrale senso della composizione dell’immagine, omaggiata con un furore
visionario al limite del manierismo. Con un’estetica smaccatamente anni ’80 ed
alcuni momenti kitsch, questo
thriller crudele e beffardo emana fascino oscuro da ogni sequenza, ed enfatizza
il voyeurismo (hitchcockiano) per il corpo femminile in un creativo
caleidoscopio di perversioni, virtuosismi ed atmosfere maledette. Giocato fin
dal primo fotogramma sul filo sottile tra realtà e finzione, in tal senso il
titolo originale è molto più calzante ed evocativo di quello italiano, è,
probabilmente, il manifesto stilistico dell’autore nella sua morbosa e brillante
“revisione” delle ossessioni hitchcockiane, nonché uno dei più riusciti
thriller degli anni ’80. Da segnalare la “generosa” performance di una giovane
Melanie Griffith e le solite musiche di grande atmosfera del “fido” Pino
Donaggio, sempre sospese tra avanguardia e romanticismo.
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