venerdì 10 settembre 2021

Americani (Glengarry Glen Ross, 1992) di James Foley

In un'agenzia immobiliare di New York gli affari vanno di male in peggio, la situazione è molto tesa e la direzione è obbligata a drastiche misure con tagli del personale per evitare la chiusura. Per non assumersi l'onere della penosa decisione, il proprietario ha l'idea di mettere in atto una sorta di gara tra i dipendenti: i due agenti che nel giro di un mese realizzeranno il maggior numero di contratti di vendita manterranno il posto e vinceranno un premio (una Cadillac Eldorado al primo e un set di coltelli da cucina al secondo). Tutti gli altri saranno licenziati. Tra i colleghi si scatena una bagarre, ciascuno ossessionato dalla caccia al cliente giusto in lotta contro gli altri. Questa commedia drammatica di James Foley è un felice adattamento della pièce teatrale "Glengarry Glen Ross" di David Mamet, che ne ha anche scritto la sceneggiatura. E' un film verboso e nervoso, teso e sferzante, corale e perfido, sboccato e claustrofobico per l'esiguità delle ambientazioni e il tambureggiare dei dialoghi. Scritto in maniera eccellente, diretto con mano invisibile ma sicura, un po' accademico nella programmatica ricerca della parola ad effetto, è una rapsodia di grandi interpretazioni da parte di un cast "illuminato" dal talento ed in stato di grazia (Jack Lemmon, Al Pacino, Kevin Spacey, Ed Harris, Alan Arkin, Alec Baldwin, Jonathan Pryce). Esattamente come i loro personaggi sembra quasi che gli attori facciano a gara tra loro per superarsi e meritarsi l'alloro del più bravo. Tutte le performance sono di altissimo livello ma Lemmon e Pacino sono straordinari, due fuoriclasse, una spanna sopra gli altri (che però, fortunatamente, non saranno licenziati ma continueranno a deliziarci con le loro carriere di attori). Il film è anche un'amara riflessione sui meccanismi spietati del capitalismo americano, sull'ossessione del successo e sul cinismo di una società che non perdona chi rimane indietro. Nomination all'Oscar come miglior attore per Al Pacino e Coppa Volpi al Festival di Venezia per Jack Lemmon. Per amanti del cinema parlato, di gran classe e con un raduno di assi della recitazione.

Voto:
voto: 3,5/5

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