giovedì 9 settembre 2021

Il cartaio (2004) di Dario Argento

A Roma un misterioso serial killer che si fa chiamare il "cartaio" rapisce le donne, le imprigiona nel suo covo segreto e poi sfida la polizia a giocare con lui una partita di poker su internet via chat, in cui la posta in palio è la vita della malcapitata. Tutto il macabro rituale viene trasmesso on-air attraverso una webcam. La prima vittima è una giovane turista britannica che, dopo il netto rifiuto della polizia a sottostare al perverso gioco, viene barbaramente uccisa in diretta. Mentre i rapimenti e le sfide proseguono, una tenace ispettrice e un agente inglese indagano per scovare la tana del maniaco omicida. Questo thriller poliziesco di Dario Argento è senza ombra di dubbio il peggiore dei suoi film, il punto più basso della sua carriera, almeno fino all'anno 2004. E' un'opera maldestra, sconclusionata, inverosimile, banale fino al ridicolo involontario e totalmente priva di suspense, di patos e di paura. I brividi che il regista romano ci ha saputo regalare negli anni '70 appaiono lontani anni luce, così come il suo stile visionario e furioso, ormai ridotto ad una patetica parodia di sè stesso. Indifendibile anche dai fans più fanatici dell'autore, questa sua incongrua incursione nel mondo "social" tecnologico dimostra impietosamente la sua crisi creativa, la sua mancanza di idee e la sua totale incapacità di rimanere al passo con i tempi. Il cast di tutto rispetto (Stefania Rocca, Liam Cunningham, Claudio Santamaria, Adalberto Maria Merli, Silvio Muccino) è dovuto al nostalgico ascendente che il nome di Dario Argento ancora esercita nel settore (soprattutto all'estero), a causa dei fasti del passato, ma appare evidente, guardando il film, che gli attori siano confusi, svogliati, fuori parte, evidentemente poco convinti di quello che stavano facendo. Inizialmente questo progetto doveva essere una sorta di sequel de La sindrome di Stendhal (1996), con il ritorno del personaggio della poliziotta Anna Manni interpretata da Asia Argento. Dopo il rifiuto dell'attrice a tornare nel ruolo, per motivi che non sono mai stati del tutto chiariti, la sceneggiatura è stata rimaneggiata e Anna Manni è diventata Anna Mari con il volto di Stefania Rocca. Un goffo trasformismo improvvisato tipico di un certo cinema scalcinato tutto italiano. Gli incassi sono stati esigui, meno del minimo sindacale per un regista dal nome importante come Dario Argento, decretando un flop sotto ogni punto di vista.

Voto:
voto: 1,5/5

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