Nel 1928 un archeologo americano, durante uno scavo nei pressi della grande piramide di Cheope in Egitto, scopre un enorme disco metallico di natura misteriosa e delle tavolette recanti oscure iscrizioni. La sua piccola figlia Catherine assiste al ritrovamento e ruba uno strano amuleto che l'affascina. Nel 1993 lo studioso di lingue antiche Daniel Jackson, che ha delle teorie originali sulle origini della civiltà egizia a cui nessuno dà credito, viene chiamato da Catherine, diventata ricercatrice come suo padre, per indagare sul disco di metallo. Le ricerche di Daniel porteranno a incredibili scoperte: il disco è una sorta di porta galattica interdimensionale, che consente, se attivato nel modo giusto, di raggiungere altri mondi. Accompagnato da un gruppo di militari, Daniel entra nello "stargate", approdando su un remoto pianeta che sembra un Antico Egitto futuristico. Qui regna un crudele faraone, che si fa chiamare Ra, come il dio egizio del sole, e tiene il popolo in completa schiavitù. Affascinante commistione tra fantascienza, avventura e fantasy in questo film di Roland Emmerich, che ha il merito di mescolare, con un risultato visivamente suggestivo, il mondo dell'Antico Egitto, con tutto il suo immaginario esoterico e magico, con la materia classica del genere sci-fi, tra viaggi intergalattici, astronavi e altre dimensioni. Peccato però che i contenuti non siano alla medesima altezza dell'estetica e della buona idea di partenza, in un film troppo stucchevole, superficiale nel disegno dei personaggi, facilone nell'ideologia filo-americana e debitore di troppi elementi scopiazzati a destra e a manca. Alla sua uscita riscosse un buon successo di pubblico (anche in relazione ai costi di produzione non esorbitanti) e per molti divenne un piccolo cult del genere. Ha dato origine ad un autentico franchise tra serie televisive e serie animate ad esso ispirate, o a programmi di divulgazione scientifica che ne hanno "preso in prestito" il titolo. Da segnalare nel cast: Kurt Russell, James Spader, Jaye Davidson e Viveca Lindfors. Al netto dei difetti è uno dei risultati meno fracassoni del regista tedesco.
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