domenica 12 settembre 2021

Red Dragon (2002) di Brett Ratner

Will Graham è un brillante agente dell'FBI specializzato nel dare la caccia agli assassini seriali mentalmente disturbati, grazie alla sua capacità unica (ma anche molto pericolosa) di immedesimarsi a tal punto nella loro logica da carpirne i pensieri nascosti, le pulsioni morbose fino al punto di riviverle nella sua mente e prevederne le azioni. Dopo un terribile scontro con il dottor Hannibal Lecter, psicologo cannibale a cui ha dato la caccia per anni, Graham ne esce profondamente provato nel corpo e nello spirito e decide di ritirarsi. Ma le terribili azioni di un serial killer che stermina intere famiglie e che si fa chiamare il drago rosso, lo costringono a tornare di nuovo in pista. Ma il diabolico dottor Lecter, sebbene recluso in un manicomio criminale, non si è dimenticato dell'uomo che lo ha catturato. Nuovo adattamento del romanzo "Il delitto della terza luna" di Thomas Harris, già portato al cinema da Michael Mann con l'ottimo Manhunter - Frammenti di un omicidio (Manhunter, 1986), di cui questo film di Brett Ratner costituisce un remake, oltre che un prequel del celeberrimo pluripremiato Il silenzio degli innocenti (The Silence of the Lambs, 1991) di Jonathan Demme, sempre tratto dai romanzi di Harris. Come la maggior parte dei remake è un film esile e innocuo, assolutamente inutile, che non aggiunge nulla alla bellezza dell'originale di cui finisce per essere una sbiadita brutta copia, un revival con nuovi attori dai puri scopi commerciali, per sfruttare l'onda lunga del successo del film di Demme e riportare sullo schermo personaggi amati dal pubblico, come il carismatico villain Hannibal Lecter, interpretato per la terza e ultima volta da Anthony Hopkins. Quello che rammarica è il clamoroso spreco di un cast sontuoso in cui gli attori sono comunque molto bravi nei rispettivi ruoli: da Edward Norton a Ralph Fiennes, da Harvey Keitel a Emily Watson. In particolare Fiennes e la Watson sono i più convincenti (anche superiori al fuoriclasse Hopkins, che stavolta appare in sordina): il primo fornisce una caratterizzazione sofferta e inquietante del "drago rosso", superando per fisicità ed espressività il pur spaventoso Tom Noonan dell'originale (che però, per onor di cronaca, appariva in poche scene, mentre invece adesso Fiennes è, a tutti gli effetti, un coprotagonista). La Watson ci regala una performance intensa e sensibile di una ragazza cieca, bisognosa di affetto, comprensione e contatto umano, fino al punto da spingersi in prossimità del male. Grazie alla forza della storia, alla cupezza delle atmosfere e al mestiere degli attori il film regala qualche brivido. Ma si dimentica in fretta.
 
Voto:
voto: 2,5/5

Nessun commento:

Posta un commento