mercoledì 29 settembre 2021

La seduzione del male (The Crucible, 1996) di Nicholas Hytner

Salem, Massachusetts, 1692. Un gruppo di giovani ragazze del posto, guidate dalla esaltata Abigail Williams, si radunano nel bosco di notte e si danno a danze forsennate intorno al fuoco, pronunciando stravaganti incantesimi d'amore. Il motivo di tale comportamento bizzarro, sotto la guida della manipolatrice Abigail, è dare sfogo alla frustrazione che provano a causa della loro realtà bigotta, oppressiva e intollerante, succube di estremismo religioso e di severo maschilismo, in cui le donne sono ridotte al ruolo di serve senza alcun potere decisionale. La "festa" notturna viene però notata dal rigido Pastore del villaggio, che scatena subito un putiferio contro le ragazze, accusandole di stregoneria, idolatria del demonio e convocando un reverendo esperto in materie oscure. Sarà l'inizio di un sinistro gioco di menzogne, sospetti, vendette e atrocità varie, durante il quale i più furbi e i più influenti useranno la potente arma della superstizione e del fanatismo per liberarsi dei propri nemici. Fosco dramma storico di Nicholas Hytner, tratto dal romanzo "Il crogiuolo" del celeberrimo drammaturgo Arthur Miller (che ha anche scritto la sceneggiatura della pellicola), a sua volta ispirato alla reale vicende delle "streghe" di Salem che rese tristemente famosa la piccola città della Contea di Essex, al tempo delle colonie britanniche in Nord America, facendola entrare stabilmente nell'immaginario popolare come luogo di suggestione diabolica, spesso citata in molta letteratura e cinematografia dell'orrore dei secoli successivi. Come il racconto di Miller, il film costruisce con rigoroso realismo un cupo scenario di cieca ignoranza, faziosità morale, ipocrisia puritana e settarismo religioso, per realizzare un veemento manifesto ideologico contro ogni forma di intolleranza e di prevaricazione commesse dall'uomo a danno di altri uomini, in nome di una qualsivoglia dottrina restrittiva. Il libro di Miller, scritto negli anni '50, era ovviamente rivolto al clima politico da "caccia alle streghe" che si viveva negli Stati Uniti durante l'oscuro periodo del maccartismo, utilizzando metaforicamente il passato per accusare il presente ed evidenziare come nulla fosse poi troppo cambiato. E' evidente che questo fondamentale passaggio politico viene del tutto perso dal film, uscito negli anni '90 e, quindi, in uno scenario sociale completamente diverso. Eppure, nonostante tutto, il perverso meccanismo tramite cui il potere utilizza i dogmatismi come strumento di repressione dei suoi oppositori, non è mai sparito e risulta sempre in qualche modo attuale, a livelli diversi. Scritta egregiamente e recitata con puntigliosa efficacia dall'ottimo cast (che annovera nomi come Daniel Day-Lewis, Winona Ryder, Paul Scofield, Joan Allen e Bruce Davison), la pellicola è austera, inquietante e un po' macchinosa, con un finale che eccede nella retorica melodrammatica. Poco apprezzata dal pubblico per la sua lentezza, ottenne tiepidi riscontri critici alla sua uscita, finendo rapidamente nel dimenticatoio. Ebbe due nomination agli Oscar 1997: miglior attrice non protagonista (Joan Allen) e migliore sceneggiatura (Arthur Miller).
 
Voto:
voto: 3/5

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