martedì 14 settembre 2021

Scrivimi fermo posta (The Shop Around the Corner, 1940) di Ernst Lubitsch

Alfred Kralik e Klana Novak lavorano come commessi nel negozio di articoli da regalo "Matuschek's", ovvero il negozio dietro l'angolo a cui allude il titolo originale. I due non si sopportano ma cercano di tollerarsi, principalmente ignorandosi l'uno l'altro, per cause di forza maggiore. Alfred, che è un ragazzo gentile e romantico incallito, ha una affettuosa relazione epistolare con una donna che non ha mai conosciuto di persona, di cui si sente molto innamorato pur non avendola mai vista di persona. Ma non può immaginare che la ragazza del suo amore platonico è proprio la sua "odiata" collega Klana. Ovviamente anche lei non lo sa e la situazione darà il via ad una divertente serie di situazioni paradossali. Elegante commedia sentimentale degli equivoci di Ernst Lubitsch, tratta dalla pièce teatrale "Parfumerie" di Miklós László, ambientata a Budapest ma girata negli studi californiani della MGM. E' un film brioso e soffice, decisamente d'altri tempi, in garbata altalena tra raffinata ironia e candido romanticismo, amabilmente percorso da uno struggente senso nostalgico, soprattutto nella perfetta rievocazione ambientale di un piccolo vecchio mondo fatto di botteghe minute e di cittadini operosi, in cui i teneri protagonisti si muovono inquieti, pervasi da una istintiva voglia di evasione e dalla ricerca dell'amore. Il cuore dell'azione si svolge principalmente all'interno del negozio, che funziona sia come palcoscenico vitale e sia come limite fisico delle aspirazioni dei personaggi, assecondando il medesimo gioco di contrasti su cui si basa la trama (ovvero la vicinanza epistolare tra i due innamorati e la loro distanza nella vita reale). E' un film che celebra il potere (ma anche di contro l'illusione) della fantasia sulla realtà, dimostrando che le nostre aspirazioni, i nostri desideri e i nostri sogni provocano una inconscia idealizzazione delle cose, facendocele apparire non per come sono ma per come noi le vorremmo. In questa opposizione concettuale tra l'immaginario e la sua complementare versione oggettiva, si dipana con fertile ambiguità e con sottile malinconia il senso intimo del film. E Lubitsch lavora alla Hitchcock, mettendo lo spettatore un passo avanti rispetto ai personaggi, facendoci scoprire praticamente subito la reale identità dei due amanti epistolari, e creando in questo modo il filo teso del patos, che si snoda attraverso i ben congegnati percorsi narrativi come una guida maliziosa, fino all'inevitabile lieto fine di prassi. Perfetti i due attori protagonisti, Margaret Sullavan e James Stewart, fascinosi, intensi e coinvolgenti. Il film ha avuto due remake mai all'altezza dell'originale. L'ultimo è stato C'è post@ per te (You've Got Mail, 1998) di Nora Ephron, con Tom Hanks e Meg Ryan, attualizzato all'epoca di Internet, con la posta elettronica in luogo di quella tradizionale.
 
Voto:
voto: 4,5/5

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