mercoledì 29 settembre 2021

Silent Hill (2006) di Christophe Gans

La giovane Rose è disperata perchè sua figlia Sharon ha una strana e grave malattia che si manifesta attraverso sonnambulismo e terribili allucinazioni su cui i medici non sanno fornire rimedi o spiegazioni. Tutte le visioni della bambina sembrano ricondurre a Silent Hill, una misteriosa cittadina disabitata del West Virginia abbandonata dalla popolazione dopo un terribile incendio. Contro la volontà del razionale marito, Rose decide di partire per il remoto villaggio fantasma portando sua figlia con sè. Inquietante horror di Christophe Gans, scritto da Roger Avary (sì, proprio lui! L'ex sodale di Tarantino, premio Oscar nel 1995 come cosceneggiatore del mitico Pulp Fiction) e ispirato all'omonimo videogioco giapponese di grande successo negli Stati Uniti. Credo sia giusto fare tre premesse: 1) non sono un esperto di videogiochi e non conosco affatto quello in questione; 2) i fans integralisti del gioco si sono divisi rispetto al film, giudicandolo generalmente fedele in termini di ambientazioni e suggestioni, ma non nella trama; 3) non ritengo che la "fedeltà" sia un requisito essenziale per la buona riuscita, visto che si sta parlando di cinema e quindi di un mezzo completamente diverso che, in generale, dovrebbe godere di una propria autonomia e libertà creativa. Detto questo, Silent Hill è un prodotto notevole, soprattutto dal punto di vista visivo, di grande fascino oscuro, evocativo e spaventoso nelle atmosfere arcane, visionario e ricco di invenzioni angosciose, capaci di mescolare abilmente l'horror psicologico (più raffinato e sottile) con quello macabro, basato su scene orripilanti e creature mostruose. La sua migliore qualità è quella di riuscire ad edificare un mondo di suoni e di immagini che turba, affascina, coinvolge e provoca una totale immersione dello spettatore nel suo sembiante da incubo, virando spesso anche nel fantasy più puro. I suoi difetti sono l'eccessiva lunghezza e il finale tortuoso, appesantito da lambiccate spiegazioni che sarebbe stato meglio evitare. Scegliendo invece un approccio più ambiguo e coraggioso poteva essere un'opera ancora migliore, ma anche così va annoverata tra le originali eccellenze del genere horror del primo decennio del millennio nuovo. Da segnalare il buon cast (in cui citiamo Radha Mitchell, Sean Bean e la piccola Jodelle Ferland) e le ipnotiche musiche della colonna sonora di Akira Yamaoka e Jeff Danna, riprese pari pari dal videogioco. Consigliato per gli amanti del mistery minaccioso o dei mondi da incubo.
 
Voto:
voto: 3,5/5

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