Noè, ultimo discendente della progenie di Set, il terzo figlio di Adamo ed Eva, assiste alla tragica morte di suo padre Lamech, barbaramente ucciso dal crudele Tubal-cain, successore di Caino, fratello malvagio di Set e portatore dei germi dell'odio e della violenza. Sopravvissuto ai suoi nemici Noè fa un sogno in cui Dio gli parla dell'imminente diluvio universale che cancellerà il genere umano per poi ripartire con un nuovo inizio. Il Creatore gli affida il compito di costruire un'Arca gigantesca per salvare se stesso, la sua famiglia e le specie animali, in modo da poter ripopolare la terra alla fine del cataclisma. Ma i seguaci di Tubal-cain cercano di ostacolarlo in tutti i modi e poi di appropriarsi dell'Arca una volta compreso il destino che li attende. Questo kolossal biblico fantasy di Darren Aronofsky, coprodotto dall'autore e da lui anche scritto insieme ad Ari Handel, è un blockbuster epico visionario costoso e solenne, ideologicamente furioso nella sua rappresentazione ampollosa del Bene e del Male, spiritualmente cupo nella messa in scena della debolezza intrinseca alla natura umana e dell'adesione fanatica alla Fede, carico di immagini potenti, di simboli pregnanti ma anche di soventi cadute nel kitsch e nel greve. E' come se il regista, con il suo stile tipicamente effettistico, avesse voluto operare con fare "divino", tra enfasi, ridondanza e supponenza, in bilico tra il rozzo e il celestiale. Molti pregi, molti difetti, un equilibrio narrativo non sempre impeccabile, effetti speciali imponenti ed una recitazione tesa e nervosa, al servizio della visione esagitata dell'autore. Alcune sequenze smaccatamente fantasy prestano il fianco per l'eccessiva invadenza della computer grafica, ma quella cruciale del grande diluvio è realizzata magnificamente. Il tormento interiore di Noè, ossessionato dalla sua nemesi Tubal-cain, in preda a mistica follia e inconsciamente timoroso di non essere degno del suo ruolo, è reso con puntigliosa efficacia da un intenso Russell Crowe, protagonista assoluto. Da elogiare anche il resto del cast che vede in prima linea Ray Winstone, Jennifer Connelly, Emma Watson ed Anthony Hopkins. Decisamente da applaudire il grande lavoro di scrittura operato da Aronofsky-Handel nella complessa trasposizione delle poche pagine del libro della Genesi dedicate al diluvio, muovendosi agilmente tra fedeltà, invenzioni, forza immaginifica e libertà espressiva, in funzione di un approccio artistico titanico e impetuoso, smodato ed estremo, melodrammatico e barbaro, più mitologico che spirituale e in frenetica oscillazione tra infimo e sublime.
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