domenica 19 settembre 2021

The Blind Side (2009) di John Lee Hancock

Dal romanzo "The Blind Side: Evolution of a Game" di Michael Lewis, a sua volta ispirato ad una storia vera. Michael Oher, detto "Big Mike", è un silenzioso ragazzone di colore di enorme statura, abbandonato da due genitori miserabili, cresciuto in un ambiente degradato tra violenze e discriminazioni, ma profondamente gentile e bisognoso di dare e ricevere affetto. Leigh Anne Tuohy, elegante e risoluta signora dell'alta borghesia bianca, una donna tosta dal cuore d'oro, lo nota mentre fa le pulizie nella palestra della scuola frequentata dai suoi figli, lo avvicina, fa breccia nel suo muro di timidezza e di diffidenza e decide di aiutarlo con tutte le sue forze, per regalargli quelle possibilità di cui tutti abbiamo teoricamente diritto e che, invece, per molti sono un miraggio o un privilegio. Questo dramma biografico sportivo, scritto e diretto da John Lee Hancock, appartiene alla popolosa categoria di quei film ruffiani, moralistici, edificanti, intrisi di melassa sentimentale, che tanto piacciono agli americani, probabilmente perchè, attraverso essi, una gran parte del pubblico riesce, inconsciamente e ipocritamente, a togliersi qualche peso dalla coscienza e a sentirsi per un paio d'ore più buoni. Girato con indubbio mestiere e forte di un cast eccellente e funzionale (in cui svetta una grintosa Sandra Bullock che fece incetta di tutti i premi maggiori alla miglior attrice della stagione: Oscar, Golden Globe, Screen Actors Guild Award), è una furba agiografia del Sogno Americano e del mito della seconda occasione, che fa leva su corde sentimentali delicate e profonde, rispetto alle quali è praticamente impossibile non essere sensibili. Costato "solo" 29 milioni di dollari, nè incasso più di 300 in tutto il mondo, rivelandosi un grandissimo successo, tra l'altro osannato oltre misura da tutta la critica americana, ma lasciando giustamente più fredda quella europea, ben più esigente, rigorosa e attenta alle sfumature. Nella buona squadra di attori, oltre a Kathy Bates, Tim McGraw e Lily Collins, va elogiato l'intenso e credibile Quinton Aaron nei panni di "Big Mike". Il "Blind Side" del titolo si riferisce alla zona cieca dell'orizzonte visivo, ciò che non può essere visto, simboleggiando il nostro lato fragile e indifeso, con evidente riferimento (in modi diversi) ai due protagonisti principali. Ed è esattamente il lato su cui fa leva il film, relativamente agli spettatori. Bersaglio centrato, a guardare gli incassi, ma il cinema di qualità che parla in maniera seria di questi tragici temi (razzismo, discriminazioni sociali, infanzie rubate) è ben altra cosa, e di certo non lo puoi trovare nelle spettacolarizzazioni sentimentali hollywoodiane.
 
Voto:
voto: 2,5/5

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