venerdì 24 settembre 2021

Il calamaro e la balena (The Squid and the Whale, 2005) di Noah Baumbach

I disagi emotivi e i crolli relazionali della famiglia Berkman. Bernard e Joan sono sposati da molti anni e hanno due figli adolescenti, Walt e Frank. Bernard era uno scrittore di successo, da tempo caduto nel dimenticatoio, adesso è un uomo complicato, refrattario ad accettare la sua nuova condizione e dall'ego molto ingombrante. Joan è una donna schiva e infelice, che non sopporta più il narcisismo del marito e che dà il via allo sfascio della relazione, già da troppo tempo in crisi terminale. I due si lasciano, cercano magra consolazione in squallide relazioni e i figli vivono il disfacimento familiare con rabbia, turbamento, angoscia e confusione, passando da una casa all'altra e alleandosi alternatamente con l'uno o con l'altro genitore. Intenso dramma familiare dai toni tragicomici di Noah Baumbach; ondivago, alienato, dolcemente stravagante e cinicamente malinconico. E' un film di pregevole intimismo e di lunare delicatezza, volutamente straniante nei suoi tocchi eccentrici, sospesi tra lirismo e disincanto, il racconto di una crisi analizzata dall'interno, con evidenti richiami autobiografici, e con la coerenza di chi sa perfettamente di che cosa sta parlando. Fieramente indipendente e lontano anni luce dai canoni ammiccanti di Hollywood, l'autore esplora la natura contraddittoria dei personaggi, ne abbraccia le quotidiane vicissitudini e ne mette a nudo i moti dell'animo, tra amarezza e tenerezza. A volte l'equilibrio tra commedia e dramma si interrompe, dando vita a situazioni artefatte o qualche cliché di troppo. Ma quando il racconto si consegna alle sensazioni emotive dei figli (in particolare di Walt, autentico alter-ego del regista, dal sapore truffautiano), il film diventa straordinario: un parabola in soggettiva che demistifica la famiglia borghese e rimarca il malessere adolescenziale, mettendo lo spettatore di fronte a grandi domande che, quasi sempre, non hanno risposta. E' anche un film di attori, tutti bravissimi: da Jesse Eisenberg a Laura Linney, ma con Jeff Daniels superlativo, in quella che è, probabilmente, la migliore interpretazione della sua carriera. Snobbata dal grande pubblico, adorata dai critici e dai cinefili, la pellicola ha avuto una candidatura agli Oscar per la migliore sceneggiatura (di Noah Baumbach). Da segnalare nel commento musicale, sempre molto importante nelle opere dell'autore, la presenza del brano "Hey You" dei Pink Floyd, che è il vero e proprio motivo conduttore.

Voto:
voto: 3,5/5

Nessun commento:

Posta un commento