giovedì 9 settembre 2021

Dirty Dancing - Balli proibiti (Dirty Dancing, 1987) di Emile Ardolino

Nel 1963 la famiglia Houseman si reca in vacanza in un ridente villaggio turistico nelle Catskill Mountains. Il capo famiglia, Dr. Jake Houseman, è un borghese benpensante che ha imposto una rigida educazione moralista per le sue due figlie, Lisa e Baby. La diciassettenne Baby, che è la "cocca" di papà, viene irresistibilmente attratta da una coppia di avvenenti ballerini (Penny e Johnny) che fungono da animatori, maestri di danza e la sera organizzano delle feste "riservate" in cui si scatenano in balli latinoamericani ad altissima carica erotica. La ragazza, ingenua ma non sciocca e dotata di un fiero temperamento, rimane estasiata dalla scoperta di questo mondo "proibito", scatenato e gioiosamente libero e s'innamora immediatamente del bel tenebroso Johnny. A causa di una inattesa gravidanza e di un aborto clandestino che ne mette in pericolo la vita, Penny deve rinunciare ai numeri di ballo, previsti da contratto con l'hotel, insieme al suo partner Johnny. L'uomo ha necessità di trovare in fretta una degna sostituta che possa prendere il posto della ragazza sul palcoscenico e la scelta ricade su Baby, con cui sta nascendo del tenero. Questo celeberrimo dramma sentimentale musicale, di grande successo popolare alla sua uscita, divenne subito un cult generazionale ed un classico moderno del genere dance, facendo del protagonista maschile Patrick Swayze un idolo del pubblico femminile ed un sex symbol degli anni '80. E' un film furbo e scontato nella love story, non privo di inciampi mielosi e di banalità svenevoli, ma anche accattivante (a cominciare dal titolo "perfetto"), dinamico, sensuale, con la giusta misura di trasgressione ammiccante e morale edificante, forte di una colonna sonora trascinante (che fu un vero trionfo di vendite discografiche) e di sequenze di danza egregiamente coreografate. E' quasi impossibile, anche per lo spettatore più cinico e burbero, non battere il piede a tempo nella rutilante sequenza del mambo collettivo finale. L'attrice Jennifer Grey ebbe il massimo momento di gloria della sua carriera, legando la sua immagine per sempre al personaggio di Baby, per poi sparire rapidamente in un triste anonimato. Viceversa il compianto Patrick Swayze, alla cui straripante esuberanza fisica si deve buona parte del successo della pellicola, entrò prepotentemente tra le star emergenti di Hollywood, dove rimase per ben oltre un decennio, fino alla scoperta della sua tragica malattia. Il film ha vinto un Oscar per la miglior canzone: "(I've Had) The Time of My Life" cantata da Bill Medley e Jennifer Warnes.

La frase: "Nessuno può mettere Baby in un angolo"

Voto:
voto: 3/5

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