sabato 11 settembre 2021

London (2005) di Hunter Richards

Il giovane Syd è disperato perchè è stato mollato dalla sua ragazza, una bionda sexy di nome London, e da allora cerca di annegare il suo dolore nel vizio dell'alcool e della droga, che lo stanno portando sempre più in basso. Quando viene a sapere che London sta per lasciare New York e che i suoi amici le hanno organizzato una festa di addio, decide di auto-invitarsi per tentare il tutto per tutto. Mentre è alla ricerca di una buona dose di cocaina, Syd conosce in un bar un distinto spacciatore di nome Bateman e lo convince ad andare alla festa insieme a lui. Prima di trovare il coraggio di affrontare la sua ex, Syd si chiude in bagno con Bateman. I due iniziano a sniffare droga e si lasciano andare a reciproche confessioni intime sulle loro vite, con tanto di rimpianti e rimorsi. Questo dramma notturno e intimo di Hunter Richards, ambientato dal tramonto all'alba quasi tutto in un bagno e interamente costruito su dialoghi aspri e intensi, è un piccolo gioiellino, quasi sconosciuto in Italia dove non è mai stato distribuito nelle sale. La sceneggiatura semplice ma efficace fa ruotare la vicenda attorno a tre personaggi principali, interpretati egregiamente da Chris Evans, Jason Statham e Jessica Biel. La Biel è di una bellezza disarmante e di una sensualità mozzafiato, Evans abbrutito e sofferente convince e coinvolge, ma l'autentica sorpresa è Jason Statham, star del cinema d'azione perennemente associato a ruoli da duro picchiatore, a causa dei suoi trascorsi cinematografici. Vedere Statham interpretare un personaggio per lui del tutto atipico in modo così naturale e a "cuore aperto", è piacevolmente sbalorditivo, e già solo per questo la pellicola meriterebbe la visione. Atipico e antispettacolare, asciutto e tagliente, questo London di Hunter Richards è un agile film parlato che riflette su temi come la solitudine maschile nella società moderna, le difficoltà di rapporto con l'altro sesso alla luce del ruolo sempre più dominante che la donna sta assumendo nella scala sociale, il conflitto tra ragione e passione e la tossicodipendenza, tutto all'insegna di un tono mai serioso ma sospeso tra l'ironia nera e il cinico disincanto.

Voto:
voto: 3,5/5

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