mercoledì 16 giugno 2021

A cavallo della tigre (1961) di Luigi Comencini

Giacinto Rossi, maldestro infermiere indebitato fino al collo, finisce in prigione per simulazione di reato. Deve scontare solo pochi mesi ma, finito in cella con tre detenuti che stanno organizzando un'evasione, viene da questi costretto a partecipare controvoglia, per timore che possa denunciarli. La fuga riesce perfettamente, ma adesso Giacinto ha aggravato la sua posizione giudiziaria e decide di lasciare l'Italia emigrando clandestinamente, ma ha bisogno di un bel gruzzolo che non possiede. Tornato a casa dalla moglie troverà una brutta sorpresa. Satira grottesca di Comencini, scritta dal regista insieme a Mario Monicelli e Age & Scarpelli, sotto forma di paradossale epopea sottoproletaria dal tono dolce-amaro, che ironizza sul malessere sociale dell'italiano medio, già in affanno nel confronto quotidiano con la "sfida" imposta dal boom economico. I personaggi, bizzarri, teneri e patetici, moralmente indefinibili ed empaticamente distanti, sono metafore sarcastiche di un popolino incapace di stare al passo con i rapidi cambiamenti sociali, economici e di costume di inizio anni '60, sballottati tra il miraggio di un benessere economico da raggiungere in breve tempo (e ad ogni costo), il retaggio di una cultura arcaica e limitante, l'arretratezza di vedute causata dalla scarsa cultura e la propria atavica inettitudine. E' un film acre, divertente, straniante, a suo modo perfido sia nello sviluppo narrativo che nell'epilogo tragicomico, forse troppo provocatorio per i suoi tempi. E infatti alla sua uscita passò totalmente in sordina e fu un fiasco assoluto, incompreso dal pubblico e non apprezzato dalla critica, ma parzialmente rivalutato a partire dagli anni '80, al punto che nel 2002 Carlo Mazzacurati ne ha fatto un gracile remake omonimo con Fabrizio Bentivoglio e Paola Cortellesi. Nel cast svetta Nino Manfredi mattatore assoluto, nei panno di un irresistibile cialtrone sprovveduto e scalognato, accompagnato da una bella galleria di grandi comprimari, tra cui Mario Adorf, Valeria Moriconi e Gian Maria Volontè, che stava muovendo i suoi primi passi nel mondo del cinema. Da recuperare per coloro che non lo conoscono.
 
La frase: "Come dicono i cinesi? Ormai stavo a cavallo della tigre: cioè è pericoloso starci, ma molto più pericoloso scendere perché la tigre ti si mangia!"

Voto:
voto: 3,5/5

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