sabato 19 giugno 2021

Così parlò Bellavista (1984) di Luciano De Crescenzo

Il milanese Dr. Cazzaniga viene trasferito a Napoli come nuovo direttore dell'Alfasud e vive un impatto traumatico con la nuova colorita realtà fatta di caos, traffico, maniere pittoresche, insofferenza alle regole e abitudini ciarliere di un'umanità tanto accogliente quanto invadente, in netto contrasto con la sua naturale ritrosia un po' snob. Nel suo condominio abita Gennaro Bellavista, professore di filosofia in pensione e punto di riferimento culturale del quartiere, che si diletta in improbabili lezioni morali che ogni giorno tiene ad un gruppo di simpatici proletari squinternati, a cui cerca di trasmettere la propria concezione della vita e che lo assecondano per antico affetto. Ben presto le due personalità forti e apparentemente opposte di Bellavista e Cazzaniga si incontrano e si scontrano, ma l'iniziale diffidenza dovuti ai pregiudizi lascia presto il passo ad una reale conoscenza, per mezzo della quale i due uomini scoprono di non essere poi tanto diversi e che tra Napoli e Milano, al netto di pregi e difetti che risiedono da ambo le parti, ci sono parecchi fattori concreti di umana convergenza. Grazie all'interessamento di Cazzaniga, il genero di Bellavista, giovane architetto disoccupato animato da profondi ideali, troverà lavoro a Milano, dove si trasferirà insieme alla figlia del professore in dolce attesa. A questo punto però, la questione "filosofica" di fondo è dove far nascere il nipote di Bellavista: nella stoica Milano o nella epicurea Napoli? Divertente e garbata commedia folcloristica di Luciano De Crescenzo, che ha adattato per il cinema il suo omonimo romanzo di grande successo, spinto dai successi televisivi e dalle apparizioni sul grande schermo sotto la guida dell'estroso talent scout Renzo Arbore. Il risultato è un film leggero e brioso, che ebbe un ottimo riscontro al botteghino nazionale, grazie alla verace simpatia dei protagonisti (a cominciare dallo stravagante professor Bellavista interpretato dallo stesso De Crescenzo) ed alla spontanea veracità delle situazioni descritte, che abusano di tutti i possibili stereotipi sulla napoletanità dipingendoli sotto una luce grottesca, ilare e malinconica, più mitizzata che realistica, ma anche carica di una delicata tenerezza d'altri tempi. Mai volgare ma spesso banale nella sua decorosa rappresentazione di un microcosmo teatrale fatto di inconsapevoli maschere di avanspettacolo, è una pellicola gradevole e senza troppe pretese, che scivola via leggera lasciando una sorridente sensazione di buon umore. Tra tanti cliché e sentenze ad effetto ("Napoli è l'ultima speranza per l'umanità" , "si è sempre meridionali di qualcuno") ci sono alcune sequenze memorabili di irresistibile vis comica (l'amico della Signora Rinascente, il sedicente poeta che ha un pensiero poetico per ogni occasione, la gag di Bellavista con l'uomo che deve spedire una raccomandata come parabola sulla fretta compulsiva del mondo moderno, il cameriere del ristorante che invita i turisti ad osservarlo con attenzione, "look me", per dare i soldi del conto soltanto a lui, lo spazzino che torna più tardi a passare la cera nel vicolo). L'approccio, un po' troppo ambizioso, dell'autore di fornire la dignità di un sostrato filosofico allo stile di vita dei napoletani ed all'eterna contrapposizione pregiudiziale tra Nord e Sud, è riuscito solo in parte. Del film fu realizzato un seguito l'anno successivo, Il mistero di Bellavista, con meno idee, una certa aria di stanchezza ed un notevole senso di ripetizione delle medesime formule.

Voto:
voto: 2,5/5

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