Quattordici anni dopo I mostri (1963), capolavoro satirico di Dino Risi su vizi e malcostumi dell'italiano medio, i tre grandi Maestri della Commedia all'Italiana (Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola) si riuniscono per girarne un seguito, un film collettivo diviso in 14 brevi episodi che ci descrivono i "mostri" attualizzati alla nuova società e ai nuovi costumi (più spudorati e ribelli) degli anni '70. La formula è la medesima della pellicola del '63, 14 episodi per 14 affreschi sarcastici di un grottesco campionario dei vizi nazionali, sospesi tra comico, tragico e beffardo, all'insegna di un cinismo imperante e di situazioni crudelmente paradossali, che provocano un ghigno amaro e caustici spunti di riflessione. Il film consta di almeno due versioni: quella integrale di 14 episodi per una durata di 108 minuti (uscita in sala ai tempi e adesso reperibile nell'edizione home video) e quella censurata trasmessa nei passaggi televisivi con 9 episodi per una durata di 87 minuti. Dei 14 episodi complessivi 7 furono diretti da Scola, 5 da Risi e 2 da Monicelli, ma i tre registi si rifiutarono di "firmarli" nei crediti, per solidale rispetto verso lo sceneggiatore (e comune amico) Ugo Guerra, colpito da ictus e rimasto paralizzato (il film venne realizzato anche per offrirgli un valido aiuto economico per le spese mediche con i proventi ottenuti). Dal tono degli episodi, che spaziano senza ritegno attraverso tematiche quali gli ospizi, i manicomi, il terrorismo, la criminalità, la pedo-pornografia, i rapimenti e l'indifferenza collettiva, appare evidente come il clima sociale del paese sia molto peggiorato rispetto al 1963: tutto è diventato più volgare, sfacciato e disumano, ma i "mostri" continuano ad essere inconsapevoli della loro condizione e, proprio come il tipico italiano medio, accusano il prossimo dei loro stessi difetti, sentendosi sempre dalla parte del giusto. Gli episodi più riusciti sono: "Elogio funebre" (Scola), "First Aid" (Monicelli), "Senza parole" (Risi) e "Come una regina" (Scola). Nel cast segnaliamo i tre grandi mattatori Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e poi ancora Ornella Muti, Eros Pagni, Yorgo Voyagis, Orietta Berti. La pellicola entrò nella cinquina finale agli Oscar come miglior film straniero, ma il premio lo vinse Preparate i fazzoletti (1978) di Bertrand Blier.
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