lunedì 14 giugno 2021

Fantasmi a Roma (1961) di Antonio Pietrangeli

In un antico palazzo della vecchia Roma vive il principe Annibale di Roviano insieme a 4 fantasmi, spettri di suoi antenati morti in modo violento. La convivenza avviene in maniera pacifica e il principe accetta di buon grado la strana compagnia, a cui ormai è abituato: dialoga con loro amabilmente, anche se tutti gli danno del pazzo. Quando questi muore per un tragico incidente domestico (l'esplosione di uno scaldabagno) , il giovane nipote Federico, che eredita tutto, intende vendere il palazzo agli speculatori edilizi per farlo demolire e cedere il posto a moderni edifici. Ma i fantasmi, a cui si è unito anche il vecchio Annibale, non intendono farsi sfrattare così facilmente e passano al contrattacco. Con l'aiuto del "Caparra", un pittore egocentrico del '500 che vive in una vecchia torre sull'Appia Antica, fanno ritrovare un suo dipinto nel palazzo per farlo dichiarare monumento artistico nazionale e renderlo così a prova di demolizione. Ma per realizzare il loro piano avranno anche bisogno della compiacenza di un critico d'arte che lavora per il ministero dei beni culturali. Spiritosa commedia surreale di Antonio Pietrangeli, sotto forma di favola fantastica che oscilla tra il tenero e il malinconico, con una elegantissima messa in scena, una serie di notevoli trovate visive, situazioni esilaranti ed un cast di interpreti sontuoso che annovera mostri sacri come Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni. Accanto a loro c'è una folta squadra di attrici e caratteristi che tengono dignitosamente il passo dei tre grandi attori, tra questi segnaliamo Belinda Lee, Sandra Milo, Tino Buazzelli e Claudio Gora. La leggerezza del tocco e la purezza dell'ispirazione ne fanno un film divertente e divertito, carico di ironia e di umori sarcastici nei confronti della voracità del progresso che, in nome della modernizzazione, distrugge e calpesta la bellezza, i valori e i sentimenti del passato, alla stregua di un'orda di barbari saccheggiatori. Nota al merito per la suggestiva fotografia di Giuseppe Rotunno, che sceglie un curioso effetto a "maiolica" per rappresentare i fantasmi. In Italia il film non fu particolarmente apprezzato, nè compreso dai critici che lo reputarono troppo strano. Ma riscosse maggiori consensi all'estero, specialmente in Francia, e negli anni '90 è stato prontamente rivalutato come una delle commedie italiane più originali e nostalgiche.
 
Voto:
voto: 3,5/5

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