venerdì 18 giugno 2021

Speriamo che sia femmina (1986) di Mario Monicelli

In un casale di campagna di proprietà del conte Leonardo, vivono sua moglie Elena (da lui separata), che gestisce le attività della fattoria, sua figlia minore Malvina, il vecchio zio Ugo e la nipote Martina, figlia di Claudia (sorella di Elena), attrice di successo che vive a Roma. A questi si aggiungono la domestica Fosca, che è l'anima della casa, con sua figlia Immacolata, la prima figlia di Elena, Franca, che appare e scompare sempre in compagnia di un nuovo fidanzato e l'amministratore dell'azienda agricola, teneramente legato ad Elena. La routine viene interrotta dal ritorno del conte Leonardo che intende chiedere un prestito alla famiglia già finanziariamente in difficoltà, perchè pensa di aprire degli impianti termali nelle sue proprietà. Da qui s'innescheranno una serie di eventi disgreganti che daranno vita a molti cambiamenti. Commedia dolce amara di Monicelli sotto forma di ritratto di una famiglia borghese allargata, la cui pregnante peculiarità emblematica si stava già ampiamente affermando negli anni '80, come espressione di quei mutamenti sociali e di costume che il regista romano ha sempre saputo cogliere con lucida preveggenza, spesso dissacrandoli alla luce della sua naturale ironia "perfida", ma, in questo caso, evidenziandoli con un tono insolitamente sfumato, giocato sul chiaroscuro dei disegni psicologici piuttosto che sulla derisione sarcastica. E' un film diverso, atipico per l'autore, che ebbe una nascita travagliata per le difficoltà di trovare una produzione e poi una distribuzione che credesse nel progetto, da tutti giudicato poco interessante e troppo rischioso dal punto di vista economico, perchè privo di elementi di facile presa per il pubblico. La pellicola ha visto la luce, dopo circa 6 anni di riscritture e ripensamenti, grazie all'opera del giovane produttore Giovanni Di Clemente, che si fidò ciecamente del talento di Monicelli, e alla fine fu ripagato da un buon riscontro al botteghino. Nella sapiente commistione tra umorismo e dramma, il film racconta le difficoltà di convivenza familiare e dei rapporti umani (sentimentali, ma non solo) nella società moderna, mettendo in scena un eccellente affresco di figure femminili tenere e forti, risolute e fragili, ma pervase da carica umana e senso pratico, in contrasto con un mondo maschile egoista e inconsistente, scrivendo così un nuovo suggestivo capitolo nell'eterna battaglia tra i sessi, ben più sottile e problematico di quanto possa apparire ad una prima lettura superficiale. Strepitoso il cast internazionale con attori bravissimi come Liv Ullmann, Catherine Deneuve, Philippe Noiret, Stefania Sandrelli, Athina Cenci, Giuliana De Sio, Bernard Blier, Giuliano Gemma, Paolo Hendel e Lucrezia Lante della Rovere. Pur nella sua inevitabile forzatura ideologica di un impianto "a tesi", è un'opera importante e delicata, in cui il grande Maestro della commedia all'italiana sembra quasi voler fare un passo indietro per mettersi al servizio degli attori, che ci regalano pezzi di recitazione superlativi. E' un film maturo di un autore illuminato dalla luce della saggezza, che ebbe buoni riscontri anche all'estero e vinse 7 David di Donatello, accaparrandosi tutti i premi maggiori. Menzione speciale anche per l'ispirata colonna sonora di Nicola Piovani e per la sorprendente performance di Athina Cenci, capace di brillare di luce propria in mezzo a tante stelle ben più rinomate.

Voto:
voto: 3,5/5

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