giovedì 17 giugno 2021

Parenti serpenti (1992) di Mario Monicelli

Nel giorno della vigilia di Natale, in una Sulmona imbiancata dalla neve, gli anziani nonni Saverio e Trieste aprono la loro casa ai quattro figli, che giungono da diverse parti d'Italia, per trascorrere insieme le festività. Questi sono Lina (con marito e figlio), Milena (col marito), Alessandro (con moglie e figlia) e Alfredo (scapolo). Il pranzo festoso e gioioso si trasforma ben presto in una serie di ripicche, screzi e pettegolezzi, che mettono le due sorelle contro la cognata e tutto peggiora quando la nonna Trieste, ancora molto lucida a differenza di suo marito, comunica la decisione di voler andare a vivere in casa di uno dei 4 figli, in modo da poter essere accuditi, lasciando a loro la scelta su chi e quando. In cambio i due anziani lasceranno a colui (o colei) che si farà carico dell'affido, la loro casa di Sulmona e la metà delle due pensioni. La notizia sconvolge i presenti che stentano a trattenere rabbia e sconcerto, e quando i figli rimangono da soli a parlare, emergono antichi rancori, invidie, dissapori, tradimenti e una lunga serie di scheletri nell'armadio. Dopo tanto litigare i quattro prendono una drastica decisione. Feroce commedia nera di Monicelli, carica di umori aspri e di dialoghi taglienti, per inscenare una cinica satira corale di costume contro l'ipocrisia provinciale della piccola borghesia, che dietro alla facciata di smancerie, sorrisetti e buone maniere nasconde un'anima viscida, malvagia, avida ed egoista. Il film è idealmente diviso in due parti: la prima è la più riuscita, nel suo sottile gioco di falsità malcelate, dove è evidente, ma non esplicito, che sotto la cenere del perbenismo cova il fuoco dell'empietà. Nella seconda i toni diventano troppo esasperati e la proverbiale perfidia del regista assume vette spropositate, talmente artificiose da sfociare nel grottesco crudele, provocando una parossistica repulsione verso i personaggi. Non basta la prospettiva dal basso (la vicenda viene idealmente raccontata attraverso il punto di vista del piccolo Mauro, figlio di Lina, l'unica figura innocente nella famiglia di "mostri") a risarcire lo spettatore dell'evidente "ricatto" tragico attuato dall'autore, in quello che è probabilmente il suo film più cattivo, ma in modo così programmatico da apparire indigesto. Nel ricco cast spiccano Marina Confalone, Alessandro Haber, Paolo Panelli, Pia Velsi, Monica Scattini e Cinzia Leone. La tavola da pranzo, icona istituzionale della famiglia italiana, diventa la lugubre arena di un machiavellico gioco al massacro ed il celebre tocco acido di Monicelli è, in questo caso, troppo velenoso, scadendo nell'enfasi dei cattivi sentimenti.

Voto:
voto: 3/5

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