venerdì 25 giugno 2021

Finché c'è guerra c'è speranza (1974) di Alberto Sordi

Pietro Chiocca è un mercante d'armi che fa affari nei paesi del terzo mondo con loschi mercenari, signori della guerra, trafficanti senza scrupoli, crudeli dittatori e stati "canaglia". Grazie al suo sporco lavoro si è notevolmente arricchito e la sua famiglia vive nel lusso. Ma la loro avidità li porta a chiedere sempre di più, costringendo Pietro a impelagarsi in un business sempre più turpe e pericoloso. Quando il suo nome finisce infangato sui giornali nazionali, la famiglia gli fa una specie di "processo", manifestando la loro vergogna per lui. Pietro si ribella e li mette davanti ad un aut-aut: accettare il suo sordido mestiere e le possibili conseguenze oppure rinunciare alla vita agiata che sono abituati a condurre. Feroce satira di costume di Alberto Sordi che mette alla berlina, con velenoso sarcasmo, il qualunquismo, la cupidigia e l'elasticità morale dell'Italietta "piccolo borghese". E' uno dei migliori risultati di Sordi regista, che affronta anche un tema doloroso, e purtroppo sempre attuale, come quello dei "mercanti di morte" occidentali che si arricchiscono sul sangue dei poveri del mondo (Africa, America latina e tutti quei paesi dove le guerre sono all'ordine del giorno, anche per colpa dell'occidente "civilizzato"). Pur tra qualche rigidezza schematica e buffoneria di troppo, la pellicola ha nerbo e, soprattutto nella seconda parte (più drammatica che comica), azzanna alla gola il cuore del problema, cogliendone il nocciolo e svelandone le ipocrisie immorali. Nel cast, tra Alberto Sordi, Silvia Monti e Alessandro Cutolo, fa un cameo anche Samuel Cummings, all'epoca leader mondiale del traffico d'armi leggere. Sordi lo contattò per chiedergli il permesso di usare il suo nome nel film e avrebbe voluto Orson Welles per interpretarlo. Cummings accettò ma impose la condizione di interpretare sè stesso, per avere un ritorno pubblicitario di immagine dall'operazione. Da menzionare la colonna sonora di Piero Piccioni, il cui celeberrimo tema principale ("O rugido do Leao") diventerà una delle iconiche siglette musicali di Alberto Sordi, utilizzata in apertura del suo programma televisivo di grande successo "Storia di un italiano", antologia di tutti i formidabili ritratti al vetriolo di italiano medio eseguiti da "Albertone" durante la sua lunga carriera.

Voto:
voto: 3,5/5

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