sabato 19 giugno 2021

Joan Lui - Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì (1985) di Adriano Celentano

In un mondo dominato dal caos, dalla violenza, dal degrado, dall'ingiustizia sociale, dalla miseria, dalle guerre, dalla droga, dal terrorismo e dagli abusi edilizi, arriva ("fortunatamente") Joan Lui, un misterioso predicatore venuto dal nulla, che cercherà di salvarlo a forza di canzoni, balletti, parabole e stravaganze. Adriano Celentano aveva in mente questo progetto, inopinato monumento autoreferenziale al suo vanitoso delirio di megalomania, fin dalla seconda metà degli anni '70, ma riuscì a realizzarlo solo dieci anni dopo grazie agli straordinari incassi realizzati dalle commedie di Castellano e Pipolo con lui protagonista. In cambio dell'impegno a girare altri due film come attore, il "molleggiato" nazionale ottenne la luce verde dalla Cecchi Gori Group e, dopo quasi 2 anni di progettazione, 8 mesi di riprese, una enormità di ballerini, coreografie, set costruiti per l'occasione ed un budget complessivo di circa 20 miliardi di lire (una cifra elevatissima per gli standard italiani dell'epoca) diede alla luce questo maldestro pastrocchio drammatico musicale, una inopinata fiera del trash, debordante di immagini aggressive da videoclip, intriso di misticismo dozzinale e pervaso da un'ideologia grossolana, tipica del suo autore, in bilico tra l'utopia naturalistica e il moralismo di grana grossa. Stroncato dalla critica e poco amato dal pubblico, fece uscire di senno i produttori che, senza avvisare Celentano, decisero di rimaneggiare il film un mese dopo la sua uscita in sala, accorciandolo di circa 30 minuti e montandolo in maniera differente (l'Adriano nazionale era autore del soggetto, sceneggiatore, regista, montatore, autore della colonna sonora e attore protagonista, una roba che manco Orson Welles!!!). Anche in questo modo gli incassi non migliorarono e alla fine l'operazione si rivelò un mezzo fiasco, ma la cosa fece nascere una querelle giudiziaria tra Celentano e i Cecchi Gori che andò avanti per parecchi anni. Dal punto di vista commerciale la pellicola andò un po' meglio in paesi come la Russia e la Germania ma, alla fine, non riuscì mai a recuperare il budget speso. Anche la sua versione televisiva, curata appositamente da Celentano che ridusse la durata dai 163 minuti iniziali a 125 per l'uscita in prima serata su Canale 5, lasciò il pubblico perplesso, dimostrando che, a volte, l'italiano medio è più intelligente di quanto si dica in giro. Questo fu anche l'ultimo film di Claudia Mori attrice. Al di là di ogni opinione di simpatia o antipatia in merito alla controversa figura di Adriano Celentano (che è oggettivamente un bravissimo cantante, ma che forse farebbe meglio a sproloquiare di meno, perchè di "profeti" e di soloni ne abbiamo avuti già troppi in questo paese), ciò che non può non irritare di questo apologo di banalità e di buoni sentimenti è la sua seriosa supponenza, tra l'altro accompagnata dalla pochezza concettuale. Un binomio devastante. Il sedicente Joan Lui, improbabile messia redivivo della bassa Brianza, venuto per salvare il mondo dal male, è finito ugualmente crocefisso dal giudizio del pubblico, che ha fiutato la disonestà di fondo del bluff. E senza apparente possibilità di resurrezione cinematografica.

Voto:
voto: 1/5

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