giovedì 10 giugno 2021

Capitani coraggiosi (Captains Courageous, 1937) di Victor Fleming

Dall'omonimo romanzo di Rudyard Kipling. Harvey Cheyne è un ragazzo viziato e arrogante di famiglia abbiente, che crede di avere tutto il mondo ai suoi piedi a causa della ricchezza. Richiamato all'ordine dal preside del suo collegio, Harvey prosegue nei suoi comportamenti indecorosi, fino a quando non viene sollecitato l'intervento del padre. L'uomo, che ha trascurato l'educazione del figlio per pensare agli affari, lo porta con sè in crociera verso l'Europa, ma anche qui il ragazzo turbolento si mette nei guai e, dopo una lite con dei coetanei, cade in mare. Salvato da una goletta di pescatori viene accolto dal comandante e dato in consegna a Manuel, uomo rude e vigoroso dal buon cuore. Con l'incarico di mozzo Harvey impara a lavorare, a rispettare le regole, a pensare anche al prossimo e a sentirsi parte di una comunità, in cui la faticosa giornata viene ripagata da rapporti umani sinceri e da un forte spirito di solidarietà collettiva. Il ragazzo allaccia un legame speciale con Manuel, che gli insegna le regole della pesca e della vita, rendendolo una persona migliore. Dramma avventuroso di Victor Fleming sotto forma di racconto di formazione, caratterizzato dalla bellezza delle ambientazioni marittime e dalla dignitosa umanità dei personaggi, vecchi lupi di mare dalla scorza dura ma carichi di ideali e di nobili valori, capaci di far breccia nell'animo di un giovane presuntuoso ed egoista, trasmettendogli in pochi giorni più di quanto è riuscito a fare negli anni il legittimo padre, ricco ma assente. E' un film edificante dal finale tragico, non privo di retorica ma parimenti pervaso da solido realismo e cameratismo virile, con la grande metafora del mare, l'elemento ancestrale in cui è nata la vita, che in questo caso diventa il mezzo per una rinascita interiore. La pellicola è anche un'elegia sul recupero di un'esistenza semplice e pura, in armonia con la natura e con l'ambiente circostante, con il valore dell'amicizia raffigurato come bene supremo. Le inevitabili cadute didascaliche di un'opera di questo tipo sono riscattate dalle interpretazioni degli attori, credibili e toccanti, in particolare i due protagonisti (il giovanissimo Freddie Bartholomew e il solido Spencer Tracy) sono il cuore emotivo della vicenda. Bravi, funzionali e con la faccia giusta anche gli altri membri del cast, tra cui ricordiamo Lionel Barrymore, Melvyn Douglas e John Carradine. Il film vinse un Oscar: miglior attore protagonista per Spencer Tracy. Il grande attore farà il bis l'anno successivo per il ruolo di padre Flanagan ne La città dei ragazzi (1938) di Norman Taurog.
 
Voto:
voto: 4/5

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