Augusto, giovane industriale lombardo, sempliciotto, svagato e idealista, ama la natura, parla con gli uccelli, rifiuta di ammodernare la sua fabbrica di bottoni per rispetto dei valori paterni e si oppone alla fruttuosa vendita di un parco adiacente alla sua azienda per amore dei "suoi" uccellini. Palmira, operaia della fabbrica, procace, disinibita e arrivista, lo seduce con le sue grazie, lo sposa e fa un figlio con lui. Ma ben presto rivela le sue vere intenzioni e, dopo aver manipolato grazie alla sua malizia gli opportuni politicanti, a cui si concede all'occorrenza, fa internare il marito in manicomio e s'impossessa di tutto il suo patrimonio, lottizzando il parco per trarne il massimo guadagno economico. Ma nella clinica psichiatrica Augusto trova la sua anima gemella: Serafina, bellissima, sognatrice e ribelle, fatta internare dal padre, trafficante di armi, perchè ne ha sempre contestato il mestiere immorale. Dal romanzo omonimo di Giuseppe Berto, il regista Alberto Lattuada ha tratto questa strana commedia surreale dalle intense tinte erotiche, a metà strada tra la fiaba ecologista, il racconto sensuale "scollacciato" e la parabola francescana anti-capitalista. Pervaso da una sessualità generosa e piccante (fu vietato ai minori di 18 anni alla sua uscita), che ne decretò un discreto successo al box office, il film alterna momenti interessanti e suggestioni grottesche di notevole inventiva, ad altri decisamente troppo grevi e naif, risultando quindi poco equilibrato e troppo didascalico sul versante politico, dove non riesce a trovare la medesima audacia che invece dispensa a piene mani per quanto riguarda la voluttuosa carnalità. Ebbe comunque un buon seguito di pubblico, grazie alla popolarità del protagonista, il comico Renato Pozzetto che in quel periodo era solito sbancare i botteghini con le sue commedie ridanciane, ed alla folgorante bellezza delle due interpreti femminili, Dalila Di Lazzaro e Angelica Ippolito, all'apice del loro splendore fisico e quasi sempre nude in scena. Nel cast ci sono anche Marisa Merlini, Gino Bramieri, Aldo Giuffré e Renato Pinciroli, che morirà poco prima dell'esordio in sala della pellicola. Una menzione speciale per le musiche di Fred Bongusto e le drammatiche sequenze all'interno del manicomio, indubbiamente forti e stranianti rispetto al tono generale del film.
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