venerdì 11 giugno 2021

La guerra è dichiarata (La guerre est déclarée, 2011) di Valérie Donzelli

Nella Parigi del nuovo millennio, Romeo e Juliette si incontrano ad una festa e si innamorano a prima vista. Vivono intensamente la loro passione e danno alla luce un figlio, Adam, che a soli 18 mesi si ammala di tumore al cervello, in una forma rara e aggressiva che lascia poche speranze. Ma i due non si arrendono, non si perdono d'animo e lottano reagendo con energia, positività e amore, con una furia quasi irrazionale. Secondo lungometraggio della bella e brava attrice, regista e sceneggiatrice Valérie Donzelli, che lo ha anche scritto e interpretato insieme al compagno Jérémie Elkaïm, prendendo ispirazione dalla loro reale esperienza autobiografica. In pratica la Donzelli e Elkaïm hanno portato sullo schermo la loro tragica esperienza familiare, recitando nel ruolo di sè stessi, ma con nomi diversi (e  teatralmente roboanti nella loro ovvia evocazione shakespeariana). L'operazione, estremamente coraggiosa e forse anche un tantino inquietante, si traduce in un film originale, coinvolgente e vitale che la giustifica totalmente. Sospeso tra il dramma familiare e la storia d'amore, questa pellicola irrequieta e trascinante varia di continuo i suoi toni (alternando abilmente il dramma alla commedia, l'umorismo alla disperazione), giocando anche sui mutamenti cromatici e sonori, cercando di raffigurare simbolicamente lo stato d'animo che i due protagonisti stanno vivendo in quel momento. Nonostante si affronti un tema così gravoso, non si indulge mai nella retorica straziante o in effettismi strappalacrime, anzi il film si mette subito al riparo da ogni sospetto di ricatto sentimentalistico mostrando già nella parte iniziale il finale positivo della vicenda e sviluppandosi poi in un lungo flashback. E' un'opera schietta e anticonformista sull'amore come forza energetica assoluta, da cui trarre la linfa vitale necessaria ad affrontare (persino sorridendo e cantando, se necessario) la peggiore delle tragedie che possa capitare in una famiglia. Girato "alla francese" e pervaso da uno spirito fieramente "parigino", il film si mette al riparo dalle possibili accuse di macabro "esibizionismo" grazie al suo disarmante afflato vitale che riesce a proteggere pudicamente il calvario doloroso, impregnandolo di sincera umanità. E con la libertà della sua incoscienza tocca più volte le corde della commozione, senza patetismi, anche grazie alla bravura degli interpreti, con Jérémie Elkaïm in sordina e Valérie Donzelli a briglia sciolta, a volte eccessiva, ma anche memorabile. E' un film atipico e denso di personalità, che non può lasciare indifferenti.
 
Voto:
voto: 4/5

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