lunedì 7 giugno 2021

Venuto al mondo (2012) di Sergio Castellitto

Storia d'amore e di guerra divisa in tre atti, che corrispondono a tre piani temporali diversi (1984, 1992, 2011), raccontati in montaggio alternato, senza continuità lineare e in un gioco di scatole cinesi. L'elemento geografico che li accomuna è Sarajevo, la tormentata e splendida capitale bosniaca. Nel 1984, durante le Olimpiadi invernali in Bosnia, Gemma conosce il fotografo Diego, presentatole dal poeta Gojko, e se ne innamora follemente, mandando all'aria il suo matrimonio. I due amanti vanno a vivere a Roma, ma i problemi iniziano quando lei scopre di essere sterile. Nel 1992, durante la tragica guerra nei Balcani, la coppia è ancora a Sarajevo. Il desiderio di maternità di Gemma è così forte che convince Diego ad avere un figlio con la bella Aska, una ragazza del luogo disposta a cedere il bambino dopo averlo messo al mondo. Nel 2011 Gemma, Diego e il figlio Pietro (cresciuto con estremo amore da una madre iperprotettiva) tornano in Bosnia su invito di Gojko, per assistere ad una mostra fotografica sulla guerra e rievocare i vecchi tempi. Ma saranno rievocati anche dei terribili segreti che forse dovevano rimanere tali. Otto anni dopo il grande successo di pubblico e critica di Non ti muovere (2004), viene ricostituito al gran completo il trio di artisti che ne decretò la fortune: Margaret Mazzantini, autrice del romanzo ispiratore e della sceneggiatura (oggi come allora), Sergio Castellitto, sceneggiatore, regista e attore (ma stavolta in un ruolo marginale) e la diva spagnola Penelope Cruz magnifica protagonista. Stavolta però Castellitto realizza un film più complesso, ambizioso e dal respiro internazionale, a cominciare dal cast in cui ci sono solo tre italiani (tra cui anche Pietro Castellitto, figlio di Sergio e della Mazzantini) e che annovera nomi come Emile Hirsch, Adnan Hasković e Saadet Aksoy, oltre alla già citata Cruz che è bravissima come nella precedente occasione, anche se in questo caso doppiata da Chiara Colizzi per esigenze narrative (il personaggio di Gemma è italiano al 100%). Continuando l'inevitabile paragone con il film del 2004, bisogna dire che questo Venuto al mondo denota una prova registica più matura e asciutta, con minor enfasi stilistica dettata dalla voglia di stupire lo spettatore a tutti i costi. Ma, trattandosi di una vicenda ben più intricata e articolata, insieme alla perizia dell'autore si accrescono anche le difficoltà e il risultato ne risente: una pellicola dai contenuti forti, che alterna momenti eccellenti ad una gestione non sempre efficace dei salti nel tempo, con più di uno scarto nella preservazione dell'equilibrio complessivo e qualche effettismo troppo saturato nei momenti topici, in cui il dramma raggiunge il suo climax. Anche la tenuta d'insieme dei tre fulcri narrativi del racconto (l'amore, la maternità e la guerra) non è sempre sviluppata con la giusta dose di lucidità e sottigliezza espressiva, malgrado la bravura degli interpreti. E', alla fine dei conti, un film troppo carico e ridondante, il cui pathos andava ulteriormente affinato con un lavoro di cesello, indubbiamente non semplice e, probabilmente, non nelle corde di Castellitto regista. 

Voto:
voto: 3/5

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