Peter Bowman, ingegnere statunitense che lavora per la costruzione di una diga in una regione delle Ande sud americane, viene rapito da un commando paramilitare e imprigionato in un angolo remoto della giungla. La multinazionale per cui lavora si rifiuta di pagare il riscatto perchè sta per essere assorbita da un'altra società. La moglie Alice si rivolge ad un esperto negoziatore, Terry Thorne, ex soldato e duro di professione. Mentre la difficile trattativa procede a rilento tra Terry e Alice nasce un sentimento. Thriller d'azione di Taylor Hackford liberamente ispirato all'articolo giornalistico "Adventures in the Ransom Trade" di William Prochnau, che racconta una vicenda reale. E' un greve action hollywoodiano che si avvale di splendidi paesaggi naturali, qualche riuscita sequenza adrenalinica e una coppia di divi (Meg Ryan e Russell Crowe) che all'epoca erano di gran moda e in pieno splendore fisico. Ma, al di là di questo, è il solito filmetto all'americana, manicheo e ideologicamente fazioso, con i latinos "brutti e cattivi" e i salvatori della patria made in USA (anzi in questo caso in Oceania) senza macchia e senza paura. Il presunto messaggio politico dell'opera è la scoperta dell'acqua calda: i guerriglieri del Sud America non sono più rivoluzionari idealisti ma il braccio armato di organizzazioni criminali. Ovviamente non viene fatta nessuna allusione alla politica imperialistica degli USA in quegli stati o delle connessioni tra la CIA e i predetti nuclei combattenti. Difficile dire se questa superficialità dei film di Hollywood sia più irritante o più disarmante, di certo il loro governo (a cui questo tipo di cinema gliela canta e gliela suona) non si disarma affatto. Secondo il gossip sul set (come nel film) nacque davvero "qualcosa" tra il granitico Crowe e la Ryan, "fidanzatina d'America" ma ai tempi regolarmente sposata con Dennis Quaid, provocando la fine di un matrimonio che era ritenuto "inaffondabile". Ma si diceva lo stesso anche del Titanic.
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