venerdì 4 giugno 2021

Cronaca familiare (1962) di Valerio Zurlini

Dal romanzo omonimo di Vasco Pratolini. Storia di due fratelli, dall'infanzia alla tragedia che ne segnerà l'età adulta. Enrico, giornalista in cattive acque, rievoca la sua difficile vita passata e i ricordi con il fratello minore Dino, caratterizzati da un rapporto complicato di amore e odio, affetto e incomprensioni. Separati fin dalla fanciullezza, con Enrico cresciuto da una nonna povera e amorevole, mentre Dino fu affidato alle cure del maggiordomo di un ricco aristocratico britannico, i due si ritrovano soltanto nella maggiore età. Dino è viziato ed ha modi da aristocratico, ignora la sua vera origine e gli è stato persino cambiato il nome in Lorenzo. Enrico cerca di aiutarlo al meglio, ma è preso da disagi economici e problemi di salute. Poi la sua partenza per Roma, dove trova finalmente lavoro come giornalista, li separa di nuovo. Quando si rincontrano, dopo la guerra, Enrico scopre che suo fratello è malato. Sommesso dramma familiare al maschile di Valerio Zurlini, ricolmo di assonanze letterarie e suggestioni pittoriche, intriso di intimo struggimento e delicata malinconia, emotivamente ricco e figurativamente minuzioso nella ricostruzione del contesto storico-sociale. E' un film stilisticamente sontuoso di profonda trasfigurazione sentimentale, che non cede mai alla facile via della commozione immediata, ma si configura come una serena contemplazione del dolore, più sussurrata che esplicitata. E' un'opera in penombra, di opaca fascinazione, in cui la mente pittorica del regista compone il suo "quadro" estetico attraverso soluzioni visive inconsuete, che esprimono magistralmente il senso di lacerazione tra i due fratelli e la divergenza affettiva che ne contraddistingue il percorso esistenziale. Basti pensare a quante volte il personaggio principale della scena viene ripreso di spalle, quasi escludendo la figura umana dall'inquadratura in favore dei dettagli ambientali. L'austero contrappunto musicale della colonna sonora di Goffredo Petrassi, sostiene le atmosfere dolci e amare della pellicola, accordandosi con naturale sintonia ai toni delle diverse sequenze: con un morbido fraseggio in quelle di viva tenerezza o con un casto silenzio in quelle di intima riflessione. Una delle principali difficoltà di adattamento del testo di Pratolini è stata la conversione dal racconto in prima persona del libro a quello in terza persona del film, in cui il protagonista Enrico oggettivizza degnamente l'io pratoliniano attraverso l'uso della voce fuori campo. Da segnalare ancora la splendida fotografia dal sapore antico di Giuseppe Rotunno e la straordinaria prova d'attore di un commovente Marcello Mastroianni, che qui ci mostra un volto inedito, intimo e segreto, mettendo a nudo l'anima del suo personaggio con incredibile espressività. Il resto del cast è composto da Jacques Perrin, Salvo Randone, Valeria Ciangottini e Louise Sylvie. Il film vinse il Leone d'Oro al Festival di Venezia in ex aequo con L'infanzia di Ivan di Andrej Tarkovskij.
 
Voto:
voto: 4,5/5

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