Oreste, muratore romano sposato con una donna vecchia e laida, con tanto di figli non suoi da mantenere, perde la testa per la bella Adelaide, fioraia procace e passionale, e per lei lascia la famiglia senza pensarci due volte. Il loro idillio sembra funzionare a meraviglia, ma un giorno la donna, capricciosa e instabile, s'innamora di Nello, pizzaiolo toscano più giovane e prestante di Oreste. Adelaide sostiene di amare entrambi e i tre cercano di barcamenarsi in una patetica "convivenza" a tre, fino a quando la gelosia di Oreste prende il sopravvento. Briosa commedia popolare sotto forma di verace farsa di costume, scritta dal regista insieme al duo Age&Scarpelli e al servizio del trio di mattatori Marcello Mastroianni, Monica Vitti e Giancarlo Giannini. E' un film divertente e nervoso, intimamente agitato come i suoi protagonisti, carico di pulsioni, di eccessi e di sequenze esilaranti, con un finale che stinge nell'amaro grottesco. Fu il film che lanciò Giannini come grande attore comico (prima dei suoi trionfi nelle pellicole della Wertmüller) e che riaffermò il talento in ruoli da commedia della "regina" Monica Vitti e di un nevrotico Marcello Mastroianni (alla sua prima collaborazione con Scola), che fu premiato al Festival di Cannes con il premio (probabilmente riparatorio e compensativo) alla migliore interpretazione maschile. E' un film non sempre equilibrato che attinge a piene mani dalla cronaca, dal melodramma popolaresco, dai luoghi comuni e dal retaggio neorealista, contaminato con elementi "profani" della sottocultura folcloristica come i fotoromanzi, le riviste scandalistiche, la cronaca rosa e le canzoni di musica leggera. Non tutto quadra alla perfezione ma l'affresco complessivo è di grande appeal nel suo mix pittoresco tragicomico, impreziosito dallo straniante espediente registico dei personaggi che parlano in camera, rivolgendosi allo spettatore come ad un immaginario "giudice" che ne raccoglie le argomentazioni, per poi esprimere una implicita valutazione finale con tutti gli elementi del caso (come evocato fin dal titolo stravagante e riuscito). Se però le baruffe (molto teatrali) tra i tre attori sono impagabili, l'opera è un po' labile per quanto riguarda il versante della critica alla mentalità dell'italiano medio(cre), perchè troppo eccentrica, eccitata e poco lucida.
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