Aida, ballerina provinciale dalla vita difficile, viene sedotta e raggirata dal playboy Marcello, conosciuto a Riccione, che mente anche sul suo cognome per non farsi rintracciare. Ma la tenace ragazza non demorde, lo ritrova e si presenta sotto casa sua a Parma con tanto di valigia. Marcello, che è di famiglia benestante e non vuole saperne, manda suo fratello Lorenzo, giovane ingenuo sedicenne, a parlare con lei per togliersela dai piedi. Lorenzo accetta con ritrosia ma poi, affascinato dalla bellezza di Aida, se ne innamora subito e cerca di trattenerla in città per poter stare con lei. Tra i due nasce qualcosa, ma il ragazzo deve inventare mille scuse per poterla frequentare di nascosto e la cosa insospettisce la sua famiglia. Il parroco Don Pietro, che ha capito tutta la situazione, decide di intervenire e chiede alla donna di lasciare Parma, perchè l'amore tra lei e Lorenzo è impossibile, a causa della differenza di età e di ceto sociale. Aida torna nella sua Rimini, delusa e sconsolata, ma Lorenzo decide di raggiungerla. Dopo Estate violenta (1959), Valerio Zurlini realizza un altro splendido melodramma sull'amore contrastato, che ci offre anche un lucido affresco dal retrogusto amaro della società italiana del boom economico, segnata da profonde differenze di classe, contraddizioni interne e pesanti disillusioni di fronte ad una realtà molto diversa dalle ingenue speranze del dopoguerra. La ragazza con la valigia è il racconto nostalgico di due mondi distanti e di due anime solitarie, che scoprono una improvvisa connessione emotiva nonostante le differenze che li separano. Perfetti nei rispettivi ruoli i due magnifici protagonisti: Claudia Cardinale, capace di passare in un attimo da un torvo tormento interiore ad una solare vitalità disarmante, e Jacques Perrin, il cui candore sognante e malinconico ci offre la rappresentazione perfetta del primo innamoramento. L'utilizzo diegetico della colonna sonora di Mario Nascimbene e delle varie hits dell'epoca, contribuisce in maniera pregnante alla definizione d'ambiente, conferendo alle scene tra Aida e Lorenzo una carica evocativa di preziosa suggestione. Memorabile la sequenza della Cardinale che entra in scena in accappatoio, bella come il sole, sulle note austere dell'Aida di Verdi, un momento di grande cinema, sensuale e poetico, che concretizza in immagini la carica del sentimento, a cui si oppongono le sovrastrutture etiche ed economiche di una società conformista, che stigmatizza pedantemente i comportamenti fuori dagli schemi. Lo sguardo del regista è mestamente disincantato nel mettere in scena uno squallido contesto sociale in cui avidità, moralismo, repressioni retrograde e immobilismo culturale insidiano la nascita di slanci vitali e desideri di cambiamento, trasformandoli in rimpianti e occasioni perdute. Immersi in questo disagio, che traspare anche dalla raffigurazione lirica dei contesti ambientali, i personaggi appaiono nevrotici, fragili e smarriti, quasi asimmetrici nell'impossibilità di sintonizzare il proprio mondo interiore alla realtà che gli tarpa le ali, come magnificamente evidenziato nell'emblematico finale di dolente poesia: una lettera, un imbrunire di sguardi, un treno che parte, una valigia che si richiude con dentro il peso di una vita ed un vagare senza meta, verso un futuro che adesso non appare più così carico di promesse come nel primo dopoguerra. Un film delicato e maturo di amori spezzati e di sogni infanti, come metafora di un disorientamento collettivo, ben più sottile e profondo.
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