giovedì 2 settembre 2021

Il siciliano (The Sicilian, 1987) di Michael Cimino

Dal romanzo omonimo di Mario Puzo, autore letterario del celebre "Il Padrino" (1969). Salvatore Giuliano, bandito siciliano del primo dopoguerra, ruba ai ricchi latifondisti per donare tutto ai poveri contadini, piace alle donne, non tollera le ingiustizie, attacca i prepotenti ed ha il sogno nel cassetto di "staccare" (politicamente) la Sicilia dall'Italia e farla annettere agli Stati Uniti d'America. Durante una sparatoria uccide un carabiniere e si dà alla macchia, nascondendosi nelle montagne insieme alla sua banda, tra cui il fidato luogotenente Aspano Pisciotta. Il suo crescente potere e la venerazione che il popolo ha nei suoi riguardi, lo rendono interessante agli occhi della mafia che, attraverso il boss Don Masino Croce, decide di tenerlo d'occhio per capire se usarlo come alleato o trattarlo da nemico dei propri interessi. Dopo una iniziale alleanza tra Don Masino e Giuliano, la situazione precipita e il bandito diventa scomodo e ingombrante per tutti: dal crimine organizzato allo stato, dai nobili proprietari terrieri alla chiesa. Rimasto solo contro tutti, il suo destino sarà deciso nella maniera più beffarda e infame. Ambiziosa e deludente epopea criminale di Michael Cimino in salsa western che, seguendo le orme del libro di Puzo, sceglie ingenuamente di romanzare la controversa figura del bandito Giuliano, facendone un eroe popolare, una vittima "innocente" della miseria e dei poteri corrotti, un Robin Hood siciliano, attraverso una superficiale agiografia ideologicamente discutibile, storicamente indifendibile, in odore di populismo retorico e di spettacolarizzazioni hollywoodiane. Ogni possibile confronto, assolutamente da evitare, con il capolavoro Salvatore Giuliano (1962) di Francesco Rosi, non può che danneggiare ulteriormente il film, finendo per affossarlo in maniera impietosa. Cimino, geniale regista italo-americano la cui carriera era ormai in caduta libera, si difese appellandosi al diritto legittimo di ogni autore di preferire la via del mito rispetto a quella del realismo. Un'affermazione corretta e sacrosanta. Peccato però che Il siciliano soffra anche di una sceneggiatura lacunosa, di un casting palesemente maldestro nella scelta del protagonista (il francese Christopher Lambert è del tutto inadatto al ruolo), di un abuso di stereotipi sull'Italia e sugli italiani, e di una ricostruzione spesso all'acqua di rose (come non menzionare, ad esempio, i biglietti scritti in inglese per una vicenda ambientata in Sicilia con personaggi rigorosamente siciliani). Nel ricco cast i migliori sono i personaggi della "seconda linea": John Turturro, Terence Stamp e Joss Ackland, mentre le figure femminili sono puramente ornamentali. Massacrato dalla critica e poco amato dal pubblico, il film venne anche distribuito in una versione "breve" di 115 minuti con pesanti tagli, peggiorando ulteriormente il senso di confusione narrativo e i passaggi bruschi. E' da preferire la release integrale (rimasta inedita in Italia fino al 2015) che dura 146 minuti ed è più equilibrata nello svolgimento del racconto. Il personaggio di Don Masino è lo stesso che compare anche nei film della saga Il padrino di Francis Ford Coppola, ovvero il boss amico di Don Vito Corleone che ospita il figlio Michael durante il suo "esilio" siciliano.
 
Voto:
voto: 2,5/5

Nessun commento:

Posta un commento