lunedì 16 dicembre 2013

Amores Perros (Amores Perros, 2000) di Alejandro González Iñárritu

Straordinario esordio di Iñárritu, regista messicano balzato subito all'attenzione di critica e pubblico, con questa intensa e toccante opera prima. Allo stile dinamico e rigoroso, si accompagna una messa in scena dura, veristica ed estremamente coinvolgente. Il risultato è un'opera potente e viscerale, che scuote nel profondo, e non si dimentica facilmente. Il regista ci racconta tre storie in parallelo, in modo non lineare e con balzi temporali (suo autentico marchio di fabbrica). Tre storie molto diverse ambientate a Città del Messico, presentata come una megalopoli tentacolare piena di violenze, contraddizioni e forti contrasti sociali. C'è la storia di Octavio (Gael Garcia Bernal), giovane sbandato e spiantato che vive in un lercio ghetto, ha una relazione con la moglie del fratello e cerca di farsi una posizione economica portando il suo cane ai crudeli combattimenti clandestini che hanno luogo negli slums cittadini. Poi c'è la storia di Valeria, una splendida modella all'apice del successo che sembra avere tutto dalla vita: bellezza, denaro, fama, un fidanzato ed un piccolo cane da cui non si separa mai. L'ultima vicenda è quella dell'enigmatico El chivo, ex guerrigliero che vive da barbone in compagnia di un branco di cani e che si guadagna da vivere facendo il killer a pagamento. Le tre storie si intersecheranno a causa di un grave incidente stradale: Octavio, in fuga rocambolesca da una gang di scommettitori clandestini, si scontrerà con l'auto di Valeria che riporterà drammatiche conseguenze che cambieranno la sua vita per sempre. El chivo, spettatore casuale del terribile incidente, si prenderà cura del cane di Octavio, gravemente ferito, e cercherà di riappacificarsi con la sua vita passata, dolorosamente abbandonata in gioventù. Un intreccio di vite, di drammi, di situazioni al limite, in una Città del Messico raccontata nel suo lato peggiore: sporco, oscuro e violento. Un film profondamente drammatico ma anche notevolemente sincero e sentito, intriso di profonda umanità e capace di regalare forti emozioni senza retorica e patetismi. E' il film più toccante ed il migliore del talentuoso Iñárritu, che poi, già dal successivo "21 grammi" intraprenderà un percorso sempre più ricercato, astratto, cervellotico fino a sfociare nel sofismo e perdendo del tutto l'impatto duro e sincero dell'opera prima. Un film da non perdere nel modo più assoluto.

Voto:
voto: 4/5

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