Straordinario esordio di Iñárritu, regista messicano balzato
subito all'attenzione di critica e pubblico, con questa intensa e
toccante opera prima. Allo stile dinamico e rigoroso, si accompagna una
messa in scena dura, veristica ed estremamente coinvolgente. Il
risultato è un'opera potente e viscerale, che scuote nel profondo, e non
si dimentica facilmente. Il regista ci racconta tre storie in
parallelo, in modo non lineare e con balzi temporali (suo autentico
marchio di fabbrica). Tre storie molto diverse ambientate a Città del
Messico, presentata come una megalopoli tentacolare piena di violenze,
contraddizioni e forti contrasti sociali. C'è la storia di Octavio (Gael
Garcia Bernal), giovane sbandato e spiantato che vive in un lercio
ghetto, ha una relazione con la moglie del fratello e cerca di farsi una
posizione economica portando il suo cane ai crudeli combattimenti
clandestini che hanno luogo negli slums cittadini. Poi c'è la
storia di Valeria, una splendida modella all'apice del successo che
sembra avere tutto dalla vita: bellezza, denaro, fama, un fidanzato ed
un piccolo cane da cui non si separa mai. L'ultima vicenda è quella
dell'enigmatico El chivo, ex guerrigliero che vive da barbone in
compagnia di un branco di cani e che si guadagna da vivere facendo il
killer a pagamento. Le tre storie si intersecheranno a causa di un grave
incidente stradale: Octavio, in fuga rocambolesca da una gang di
scommettitori clandestini, si scontrerà con l'auto di Valeria che
riporterà drammatiche conseguenze che cambieranno la sua vita per
sempre. El chivo, spettatore casuale del terribile incidente, si
prenderà cura del cane di Octavio, gravemente ferito, e cercherà di
riappacificarsi con la sua vita passata, dolorosamente abbandonata in
gioventù. Un intreccio di vite, di drammi, di situazioni al limite, in
una Città del Messico raccontata nel suo lato peggiore: sporco, oscuro e
violento. Un film profondamente drammatico ma anche notevolemente
sincero e sentito, intriso di profonda umanità e capace di regalare
forti emozioni senza retorica e patetismi. E' il film più toccante ed il
migliore del talentuoso Iñárritu, che poi, già dal successivo "21
grammi" intraprenderà un percorso sempre più ricercato, astratto,
cervellotico fino a sfociare nel sofismo e perdendo del tutto l'impatto
duro e sincero dell'opera prima. Un film da non perdere nel modo più
assoluto.
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