lunedì 16 dicembre 2013

Balla coi lupi (Dances with Wolves, 1990) di Kevin Costner

Il tenente John Dunbar dell'esercito dell'Unione riceve un fortunoso encomio da eroe durante la Guerra di Secessione ed ottiene di essere inviato in una postazione remota all'estrema frontiera del selvaggio Ovest, perchè stanco di un conflitto di cui non si è mai sentito realmente partecipe. Immerso nella quiete della natura e nei grandi spazi sterminati delle praterie del West, l'uomo ha modo di riflettere e di apprezzare i valori di un altro tipo di vita. Dopo essere entrato in contatto con una tribù di pellerossa riesce a conquistarne la fiducia e impara a conoscerne la lingua, le usanze, il coraggio e l'antica fierezza. Ma l'attenzione di Dunbar si posa principalmente su una donna bianca che è cresciuta insieme ai nativi e che loro chiamano "Alzata con pugno". Da un romanzo di Michael Blake, Costner ha tratto questo film lungo, epico, naturalista, intriso di struggente misticismo, che riflette dolorosamente sulla storia americana e sulla crudele distruzione dei nativi. Rielabora, criticamente, l'antico mito di Pocahontas e, celebrando incanto e bellezza di quel mondo primitivo, cerca di esplorare le radici dell'odio che lo spazzarono via. E' un western atipico, a metà strada tra un idillio epico ed una lenta ballata romantica, è un film non perfetto, perchè non sfugge al manicheismo tipico di ogni impostazione a tesi, ma è anche un'opera di grande fascino densa di momenti poetici e di autentico incanto celebrativo. Profondamente lontano dai western neri e crepuscolari alla Eastwood, si insinua nella scia di quel filone (forse nato dal senso di colpa), molto in voga negli anni '70, che smitizzò il West per schierarsi apertamente dalla parte degli "indiani". Di questo filone ricordiamo, ad esempio, opere come Piccolo grande uomo , Un uomo chiamato cavallo ed il cruento Soldato blu, tutti del 1970. Ma il film di Costner va oltre, preferendo la meditazione all'azione, il silenzio al frastuono e lasciando parlare le immagini più delle parole. Sette premi Oscar per un western unico nel suo genere.

Voto:
voto: 4/5

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