lunedì 16 dicembre 2013

Il portiere di notte (1974) di Liliana Cavani

Piccolo gioiello della nostra filmografia anni '70, è un film difficile e controverso che destò scandalo e divise la critica per il delicato tema affrontato: il sadomasochismo, ovvero il morboso rapporto vittima-carnefice, traslato sullo sfondo storico dell'Olocausto. E la scelta, ardita, dell'ambientazione storica fece da ulteriore amplificatore della materia esplosiva già insita nel film. La Cavani è regista sanguigna che ama trattare temi forti e disturbanti, spesso senza concedere sconti allo spettatore. A volte scade nel sensazionalismo scandalistico e nel cattivo gusto ma, in questo caso, dà vita al suo film migliore: ambiguo, torbido, onirico, dai molteplici livelli di lettura e dalle mille implicazioni psicologiche, che cita, espressamente, Bunuel, Visconti, Strindberg, Freud, Jung. La messa in scena è erotica ma algida, fosca e decadente, in una Vienna pallida e lunare che rimanda al Carol Reed de "Il terzo uomo". E' un film provocatorio e coraggioso che ebbe la sfortuna di uscire in un periodo in cui imperversava, tra le altre cose, la filmografia naziploitation: autentica spazzatura, greve e morbosa, da grindhouse. Ovviamente il film della Cavani non ha nulla a che vedere con questi filmacci, essendo stilisticamente ed artisticamente su di un altro pianeta. Ma, visto il tema trattato, finì per essere associato, da alcuni, a quel tipo di b-movies e ciò fece aumentare il pregiudizio nei suoi riguardi. La storia è quella di un ex nazista (Maximilian Theo Aldorfer), sfuggito agli alleati, che vive nascosto a Vienna, insieme ad altri ex gerarchi SS ben più scaltri e pericolosi di lui, e fa il portiere notturno in un grande, decadente albergo. La situazione precipita quando Maximilian ritrova, come cliente dell'albergo, Lucia, donna fragile e sensuale di origine ebrea, scampata all'Olocausto, con la quale intratteneva una morbosa relazione sessuale sado-masochista in un lager nazista. Lucia si è, intanto, sposata ma, non appena rivede Max, ricade nuovamente nella malsana ossessione sessuale di molti anni prima ed i due riallacciano una pericolosa relazione clandestina. La cosa non sfugge agli amici di Max ed i due amanti saranno costretti a nascondersi in uno squallido appartamento per proseguire il loro torbido "gioco" erotico. Il passato ritorna in tutto il suo orrore e non bastano certo una porta o una catena a tener fuori il mondo e la storia. La regia è asciutta e raffinata (specie nella prima parte, molto classica), gli attori principali sono tutti ispirati, in particolare Charlotte Rampling, addirittura memorabile nella celebre sequenza onirica in cui balla, mezza nuda, in divisa nazi nel bistrot tra le SS . Sequenza divenuta, a ragione, un simbolo di trasgressione ed erotismo. E' un film iscrivibile in un percorso "underground", rispetto alla cinematografia mainstream, ma da recuparare, specialmente per i cinefili.

Voto:
voto: 4/5

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